Dopo un decennio di predominio, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo abdicheranno, scendendo dal podio del Pallone d’Oro.
Questo lo scenario che ci è stato offerto ufficiosamente dall’ Equipe, che, tramite un video, avrebbe spoilerato i tre papabili all’ambito trofeo, ossia Modric, Varane e Mbappé:
https://twitter.com/maurocossu90/status/1064625663464927232
In verità, il suddetto sembrerebbe un innocente filmato di presentazione; supponendo tuttavia che la triade sia azzeccata, non è esattamente l’esclusione di CR7 e della Pulce a creare maggior scalpore. Ok, direte voi, l’assenza di Ronaldo potrebbe essere eccessiva dato il rendimento del portoghese ma, per quanto notizia succulenta, diciamo che risulta quanto meno prevedibile: ogni Re prima o poi deve deporre scettro e corona.
No, non è questa la cosa clamorosa.
Clamoroso è che sul podio non ci sia lui, le Petit Diable, Antoine Grizmann, il diavoletto che ha segnato in finale di Europa League (una doppietta), che si è laureato Campione del Mondo con i Bleus segnando gol pesantissimi, anche nella finale contro la Croazia (ricorderanno tutti il suo volto cereo, statuario prima di tirare il calcio di rigore). Quello stesso diavoletto che polemicamente aveva postato sui suoi account social tutti i trofei conquistati nella scorsa stagione – Europa League, Mondiale, Supercoppa Europea – all’indomani dell’esclusione dal podio del Fifa Best Player.
“Ingiusto no, ma mi domanderei cosa dovrei fare di più. Ho vinto tre trofei, sono stato importante nei momenti decisivi. Ma non sono io a votare…”.
Queste le sue parole a settembre, che calzano veramente a pennello anche per questa occasione. Sì, perchè la verità è che Griezmann ha dimostrato di essere propriamente determinante. Più del suo giovanissimo connazionale Mbappé, che probabilmente offre un calcio più spettacolare da vedere e che quindi attira di più l’attenzione rispetto a Grizou. Ma come lui stesso sottolinea, c’è stato sempre quando doveva esserci. Non solo con la Nazionale francese, ma anche con l’ Atletico Madrid: Giocatore concreto, che lavora nel silenzio, olio motore per l’economia dei suoi compagni. Pronto a diventare, poi, ‘satanico’ all’occorrenza.
L’anno dei Mondiali ci ha abituato a strane faccede legate al Pallone d’Oro. Ricorderemo tutti il 2010, con Diego Milito – vincitore della Champions e marcatore due volte in finale contro il Bayern – escluso dai primi 10 e la pazzeca mancata assegnazione a Andrés Iniesta.