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Padova: Gabriele Fusar Poli ci racconta la stagione dei suoi biancoscudati

Abbiamo intervistato il collega Gabriele Fusar Poli per parlare della stagione del Padova che rischia di retrocedere

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Il giornalista Gabriele Fusar Poli ci racconta la stagione del Padova Calcio.

Abbiamo intervistato Gabriele Fusar Poli, giornalista de “Il Padova“, per analizzare la stagione del Padova e tirare le somme dell’anno, anno che potrebbe concludersi con il ritorno dei biancoscudati in Lega Pro.

 

Gabriele Fusar Poli

Esattamente un anno fa il Padova veniva promosso in cadetteria. Ora, invece, si avvicina la retrocessione matematica. Le premesse di una difficile salvezza c’erano oppure l’allestimento per la nuova categoria aveva lasciato ben sperare?

Con la conferma dello “zoccolo duro” capace di trascinare il Padova verso la promozione in serie B e l’arrivo di una punta in rampa di lancio quale Federico Bonazzoli sia la società che i tifosi pensavano e speravano in una salvezza tranquilla, senza troppe pretese, così da “abituarsi” al campionato cadetto e prendere le misure in vista delle successive stagioni. Invece il campo ha dato un responso diverso.

Bonazzoli: foto presa dal sito del Padova

Sono ancora quattro le gare da giocare, pensi che ci sia ancora un briciolo di speranza od ormai i giochi sono fatti?

Sono purtroppo convinto che non ci sia più nulla da fare.

Cosa si salva secondo te di questa annata?

Può sembrare una risposta scontata, ma dico i tifosi perché sono sempre stati al fianco delle squadra nonostante i pessimi risultati: basti pensare ai 350 che il 30 dicembre si sono recati a Livorno, tornando a casa con l’ennesima delusione per una vittoria gettata alle ortiche negli ultimi minuti. Per il resto c’è davvero gran poco da salvare…

Tifosi biancoscudati in trasferta a Carpi Foto: pagina Facebook “Ultras Padova”

Se dovessi definire la stagione del Padova con tre aggettivi…

Tragica, disastrosa e presuntuosa.

La definisco tragica perché, dopo la promozione dell’anno scorso, non ci si aspettava un simile finale. Disastrosa per come è stata gestita sia dentro che fuori dal campo. Presuntuosa per i troppi errori fatti da più parti prima dell’inizio del campionato a livello di costruzione della rosa.

Lo stadio Euganeo ha fatto registrare una media di 7.459 spettatori, l’ottava più alta in assoluto della Serie B. Come sta vivendo la piazza questo momento?

Ovviamente male, perché quando arrivi in serie B dopo essere ripartito dalla serie D la speranza di ogni tifoso è quella di essersi lasciato alle spalle tutti quegli anni di sofferenza. La vicinanza e il sostegno non sono mai mancati, ma sarà quasi impossibile riuscire a confermare numeri simili in futuro.

Che futuro si prospetta per il Padova?

Sarà un’estate calda, in tutti i sensi. Bisognerà capire in primis cosa deciderà di fare il presidente Roberto Bonetto, che tanto ha fatto e dato per questa società e questa piazza. La tristezza sua e dei tifosi viene in parte mitigata dal progetto legato al nuovo stadio, portato avanti proprio dall’attuale patron Biancoscudato: la speranza di tutti è che nel giro di quattro anni il Padova possa avere una nuova casa.

Cosa deve insegnare questa stagione per ripartire in modo positivo?

Insegna che non bisogna dare nulla per scontato e che non bisogna lasciare nulla al caso. La parola chiave è “programmazione”, e paga sempre più del “navigare a vista”. Personalmente farei uno sforzo per confermare quei 5-6 giocatori che possono dare il loro importante contributo anche in serie C (sempre che loro accettino di scendere di categoria) e costruirci intorno una squadra che punti su giovani interessanti e giocatori che abbiano fame, perché senza quella non si va da nessuna parte. E quanto successo quest’anno ne è la riprova…

Aurora Levati

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