Osvaldo, dai campi di calcio ai live: l’attaccante ora è finalmente sè stesso

Una carriera vestendo diverse maglie di Serie A poli la scelta che lo ha reso libero e felice: lasciare il calcio per dedicarsi alla musica

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Felice, libero di vivere senza regole e senza stress, concedendosi trasgressioni e senza essere continuamente sotto pressione e sotto osservazione.
Così, Pablo Daniel Osvaldo, è rinato cambiando totalmente stile di vita e carriera.

Niente stadi, niente allenamenti e ritiri, ma pub e musica.
Nessun allenatore, nessun compagno di squadra ma una rock band, i Barrio Viejo con i quali si esibisce in giro per la Spagna.

Oggi ho una vita molto diversa dalla routine quasi militare di un calciatore professionista. Un calciatore professionista è ben retribuito, ma è perennemente sorvegliato dal club e sotto pressione. Non devi bere, non puoi fumare, si deve seguire un regime alimentare preciso”. Questi e molti altri aspetti che gli stavano stretti del calcio emergono nell’intervista che l’ormai ex attaccante ha rilasciato al Sun.
Non sono fatto per le regole, mi piace essere libero. Sono orgoglioso della mia carriera e devo tutto al calcio, ma nel calcio devi vivere una vita che non è reale. Hai un prezzo, un valore. È pazzesco. Se sei bravo, vali 50 milioni e se non sei bravo non vali niente. Se segni un gol sei Dio e se non lo fai sei uno scarto”.

Una scelta compiuta a 30 anni, quando ancora avrebbe potuto giocare e strappare ingaggi milionari, una scelta che molti non comprendono ma che a uno dei calciatori più anticonformisti che hanno militato nella nostra Serie A ha portato serenità.

“Ero stanco, stavo impazzendo e ho deciso di vivere la vita del musicista. Da quando ho lasciato il calcio e non mi sento più pesante. Mi sento libero e rilassato. Sono felice”.

Basta conoscerlo un minimo per capire che, per uno come lui che è restio alle regole, queste affermazioni non fanno una piega.
Stravagante, nel look, eccentrico in campo, istintivo nella vita. Uno senza peli sulla lingua che annovera risse e liti. Uno che vive di passione – estrema-.
Quattro figli da tre donne diverse: il primo bambino, Gianluca, l’ha avuto da Ana, l’ex moglie argentina. A Firenze due bimbe, Maria Helena e Victoria, concepite con Elena Braccini, l’ultimogenito, Morrison (come il frontman dei The Doors), gliel’ha dato Jimena Baron, attrice argentina di soap.

Ha girato tutta la penisola, da Nord a Sud: ha vestito le maglie di Atalanta, Lecce, Fiorentina, Bologna, Roma, Juventus, Inter. Oltre ad aver collezionato 14 presenze in azzurro.

Ovunque abbia giocato ha lasciato il segno (non sempre per gesti tecnici e gol decisivi) perchè lui non è di quelli che passano inosservati. Lui non è mai banale.

 

Caterina Autiero