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Odissea azzurra: la Nazionale femminile sconfitta solo dall’emergenza

Le Azzurre sono state costrette a rinunciare alla finale di Algarve Cup a causa dell'emergenza Coronavirus e degli effetti che sta producendo in Europa

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Sono state le tedesche ad aggiudicarsi l’Algarve Cup 2020!

Una vittoria a metà: la dedica delle vincitrici del torneo è tutta per le calciatrici italiane che, non solo sono state costrette a rinunciare a scendere in campo ma hanno anche vissuto un’assurda Odissea per fare ritorno a casa.

Le Azzurre, sul campo, hanno conquistato la finale della prestigiosa competizione.
Due vittorie: la prima  vittoria contro le padroni di casa portoghesi poi un netto 3-0 contro la Nuova Zelanda. Ad arrestare l’entusiasmo tricolore e le nostre ragazze ci pensa, però, l’emergenza Coronavirus.

Le ragazze di Milena Bertolini erano pronte a sfidare in finale la corazzata tedesca salvo poi dover fare i conti con la situazione sanitaria che sta coivolgendo tutto il mondo.

La gara si sarebbe dovuta giocare mercoledì 11 ma, siccome da giovedì 12 marzo nessuna compagnia aerea avrebbe garantito il rientro della Nazionale in Italia dal Portogallo, la FIGC, d’intesa con le Azzurre, ha valutato di organizzare in anticipo il viaggio di ritorno della squadra comportando però, la rinuncia alla finale.

Oltre al danno anche la beffa…  una situazione paradossale!

La FIGC, in accordo con Alitalia, di fretta e furia organizza il volo che avrebbe permesso a Gama e compagne di tornare in patria. Le Azzurre sarebbero duvute partire alle ore 9:00 (ora italiana) da Faro ma il Portogallo non ha acconsentito all’atterraggio dell’aereo.

Le calciatrici italiane sono state bloccate in aereoporto mentre il presidente Gravina e il Ministro dello sport hanno tentato di trovare un accordo con le autorità lusitane.
La Nazionale riesce a imbarcarsi sul volo e a decollare solo alle 17:20 (italiane).

Tutto ciò mentre il mondo è cieco e solo adesso (forse troppo tardi) sta prendendo consapevolezza che l’emergenza sanitaria non riguarda solo Cina e Italia.

Tutto ciò mentre i contagi sono in netto aumento e coinvolgono anche il mondo dello sport: un mondo che fino a ieri ha preferito ignorare in nome del “The show must go on” e delle logiche economiche.

Nel frattempo, mentre si contano casi positivi nel mondo del calcio, la UEFA prende tempo e solo il 17 marzo valuterà il da farsi.

 

 

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