Océane Prenen ha solo 17 anni (08/12/2004) ma è già considerata uno dei talenti più cristallini del calcio femminile belga.
Grazie alla Music and Sport Management, abbiamo avuto l’opportunità di chiacchierare con lei che oggi è difensore del KAA Gent Ladies ma che ha ambizioni e sogni che persegue senza paura, nemmeno di un eventuale traferimento all’estero.
Un’intervista sicuramente particolare che ci ha consentito anche di fare dei confronti tra il calco femminile belga e quello italiano e di comprendere come il movimento italiano venga percepito lontano dallo Stivale.
Come è nato il tuo amore per il calcio?
I miei fratelli giocavano a calcio, io ero presente ad ogni allenamento per poter toccare un po’ il pallone finchè, un giorno, quando avevo 11 anni, ho espresso ai miei genitori la volontà di praticare questo sport.
Sei cresciuta calcisticamente in Belgio, hai mai pensato ad un’esperienza estera? Quale campionato attira il tuo interesse e perchè?
Sì, ho già pensato di andare all’estero. Spagna, Francia, Olanda perché il livello è più alto, ma anche Italia.
Sei considerata una giovane promessa del calcio femminile belga. Le aspettative alte riposte su di te sono un peso o uno stimolo?
Per il mio modo di essere sono, senza dubbio, un grande stimolo.
Sappiamo che sei tifosa del Real Madrid. Come è nato questo amore per la squadra iberica?
Il Real mi ha conquistata per il suo gioco semplice e una buona circolazione della palla.
Il Real femminino non ha la storia e la forza del celebre club maschile ma se ti arrivasse una chiamata da Las Blancas?
Se dovesse arrivare una proposta dal Real Madrid femminile, andrei ad assistere agli allenamenti per capire l’atmosfera in squadra. Ad ogni modo sarebbe un’occasione per fare ancora più esperienza.
Nel lontano nel 1980, allo Standard Liegi, si trasferì la centrocampista italiana Feriana Ferraguzzi che tutt’ora vive in Belgio e lavora nel settore. Tu faresti il percorso inverso? Come giudichi il calcio femminile italiano?
A mio avviso, il calcio femminile italiano è persino migliore di quello belga.
In Italia, nonostante negli ultimi anni la situazione culturale si stia evolvendo, le donne che si avvicinano a questo sport vivono ancora numerosi pregiudizi. Com’è la situazione in Belgio? Anche tu, nella tua (seppur breve) carriera sei stata vittima di offese e atteggiamenti discriminatori?
Il calcio femminile si sta sviluppando sempre di più in Belgio ed è molto accettato, ma alcune persone non saranno mai d’accordo sul fatto che le ragazze giochino a calcio.
Dal punto di vista mediatico, come è messo il calcio femminile in Belgio e come sono considerate dalla Federazione, dall’ambiente e culturalmente, le calciatrici?
E’ importante che la federazione organizzi attività per far maturare ulteriormente il calcio femminile ma sta facendo anche molto per invitare le ragazze a iniziare a giocare a calcio.
La nazionale femminile belga si è qualificata al suo secondo EURO consecutivo ed è stato sorteggiato in un girone di ferro con Francia, Islanda e la nostra Italia. Quale di queste ritieni più temibile e come reputi le “nostre” Azzurre?
Secondo me la squadra più temibile sarà la Francia, perché è quella più matura anche in virtù della presenza in patria dei più grandi club femminili del mondo.
L’Italia, per me, è una squadra ben attrezzata dal punto di vista fisico e tecnico.
Sempre guardando alla Nazionale italiana, quali calciatrici, a tuo avviso, sono degne di nota?
Sicuramente Cristiana Girelli: è una giocarice di grande talento. L’attaccante della Juventus ha un grande fiuto del gol che fa di lei una spietata finalizzatrice.
Oltre a giocare a calcio, vista la giovane età, vai ancora a scuola. Come concili studio e attività sportiva?
Gli studi sono importanti anche se ammetto che non è sempre facile conciliare il tutto.
Dopo le scuole superiori hai intenzione di continuare a studiare? Se si, cosa?
Dopo il liceo non se se continuerò a studiare. Molto dipenderà dal calcio: se dovessi andare a giocare all’estero, per me sarebbe complicato studiare in una lingua che non conosco.
Quali sono gli ostacoli più difficili che hai dovuto superare da quando hai iniziato a praticare questo sport?
Come dimenticare, quando ho iniziato a praticare questo sport, in una squadra maschile in cui ero l’unica ragazza, gli sguardi dei genitori a bordocampo…
Sei giovane e hai una lunga carriera ancora da vivere: sogni e ambizioni per il futuro?
Ambisco a giocare a livelli sempre più alti e sogno di fare del calcio la mia professione. Ovviamente, per raggiungere questi traguardi, sono consapevole che devo lavorare sui miei punti deboli senza tralasciare quelli di forza.
Caterina Autiero