La Serie A 2018-19 si arricchisce di due giganti di centrocampo: Steven NZonzi e Tiémoué Bakayoko.
Uno, è fresco Campione del Mondo, arriva dalla Spagna e sbarca nella Capitale sponda giallorossa, l’altro da Londra approda nella Milano rossonera.
Entrambi hanno origini africane ma indossano la maglia della Nazionale francese e entrambi spiccano per le indubbie doti fisiche.
Il pupillo di Monchi per la cabina di regia giallorossa
Iniziamo a chiarire: con o senza apostrofo? Lui tramite i profili social ha dichiarato di preferire la dicitura Nzonzi senza l’apostrofo inserito erroneamente nella trascrizione.
196 centimetri di altezza per il centrocampista nato nel 1988 a Colombes – sobborgo parigino – figlio di madre francese e padre congolese-.
Fisico ma non solo. La sua posizione è davanti alla difesa, dove agisce da filtro recuperando palloni ma è in grado di far ripartire l’azione grazie alla sua tecnica e visione di gioco.
E’ esploso tardi, dopo un lungo percorso in Francia in cui durante le giovanili subiva il peso della sua altezza sopra la media che portava gli allenatori a impiegarlo come punta. Poi, una volta schierato sulla mediana, forse, ha iniziato a sentire il peso dei paragoni con Viera.
Ha trovato la sua dimensione in Inghilterra, allo Stoke, con Mark Hughes in panchina (stagione 2013-14) che intuisce e esalta le sue capacità di palleggio e verticalizzazione.
Doti che colpirono Monchi, all’epoca ds del Siviglia, che lo portò in Spagna nell’estate del 2015. Qui, dopo un inizio difficile, gli è stato poi coniato il soprannome di “Polpo” proprio per le sue capacità di recupero palla e distribuzione precisa e veloce della stessa.
Di Francesco potrà contare su un regista moderno, due in uno per così dire: un prospetto che avrà il compito di rubare palloni e spezzare le offensive avversarie ma anche di impostare e far ripartire l’azione.
Il gigante diventato grande grazie a Makélélé, in Serie A per ringhiare
Lo ha voluto Gattuso per dare tecnica e sostanza alla mediana del Milan.
189 centrimetri di altezza per il classe 1994, nato a Parigi.
Grande gamba e ottime doti in fase d’interdizione è un formidabile recupera palloni che garantisce presenza in mezzo.
La sua carriera è stata contrassegnata da molte cadute. Una gamba fratturata in giovane età e molte porte chiuse in faccia. È cresciuto nelle giovanili del Rennes, unica squadra che voleva puntare su di lui. Dopo anni nelle giovanili e appena una stagione in Ligue 1 convince il Monaco ma le prime gare con la squadra del Principato non sono delle migliori e quel mediano ventenne viene relegato in panchina e accusato di scarso impegno.
La svolta arriva nel 2016, quando Claude Makélélé diventa direttore tecnico del club monegasco: parlando con lui, Bakayoko comprende che deve rivoluzionare il suo stile di vita. Si iscrive a corsi di boxe, cambia dieta, decide di vendere la sua villa lussuosa per comprare un appartamento, ridipinge di nero la sua Porsche rosa.
Le sue prestazioni migliorano e raggiunge le semifinali di Champions League da titolare fisso; inizia a stupire attirando su di sè gli occhi di mezza Europa.
Il passaggio al Chelsea di Antonio Conte non è stato positivo per il francese: a Londra gioca 43 gare complessive, senza mai convincere e inducendo Sarri a dare immediatamente il suo benestare per il trasferimento in prestito del centrale.
Sbarca a Milano in cerca di riscatto e nel Milan potrebbe giocare nel 4-3-3, da mezzala sinistra, insieme a Kessié e Biglia, ma anche in un 4-2-3-1 facendo coppia con l’ivoriano nel caso in cui Gattuso optasse per due mediani di rottura.
Non è un regista, non ha doti di costruttore d’azione ma la sua prestanza fisica e la sua esperienza a livello internazionale possono risultare molto utili al nuovo Milan.
Caterina Autiero