Così si esprime Roberto Mancini in vista dell’attesissimo Derby d’Italia di domani sera che si disputerà proprio in casa nerazzurra. Risale al 16 aprile 2010 l’ultima vittoria nerazzurra in casa contro i bianconeri; cinque anni: gli stessi da quando l’Inter ha vinto il suo ultimo “Titulo”. Quel 16 aprile è stato l’ultimo derby d’Italia in cui i nerazzurri hanno hanno cantato a squarcia gola; eh già, perché di voce ne restava davvero poca agli interisti in quel periodo. A far infiammare la curva nord ci ha pensato Maicon al 75°, lo stesso che fece esplodere San Siro esattamente quattro giorni dopo segnando il 2 a 1 contro i Marziani campioni in carica, regalando all’Inter un pezzetto di sogno che stava per diventare realtà.
Ma di tempo ne è passato e pure parecchio e di quell’Inter rimane ben poco, addirittura niente. Un’Inter che in comune a quella di cinque anni fa non ha più neanche il presidente. “Dalle stelle alle stalle”, dunque, il percorso che l’Inter ha fatto negli ultimi cinque anni ma se dopo il medioevo c’è sempre un risorgimento, chissà che non sia l’anno giusto per risorgere. Questo è quello che si auspicano tutti gli interisti, in particolar modo il mister Mancini che, dopo la pesante sconfitta in casa con la Fiorentina, vuole a tutti i costi vincere il derby d’Italia ma per farlo si rivolge direttamente i suoi:
“Inter, la Juve è a metà classifica: battila ed è la svolta […] Se saremo in grado di battere la Juve potremmo indirizzare bene la stagione”.
Dopo una stagione quasi perfetta per i bianconeri e una da dimenticare per i nerazzurri eccone una tutta da riscrivere: l’Inter parte galoppando, la Juve, invece, fatica a trovare il metodo giusto per ricominciare a farlo.
La scuderia bianconera ha perso infatti, i suoi cavalli migliori, ma la Juve è un bel cavallo, come l’ha definita Mirko Vucinic ex juventino: “I cavalli forti si vedono alla fine della corsa e la Juve è un bel cavallo”.
Da quel 16 aprile quindi, le cose sono cambiate notevolmente per entrambe le squadre e uno dei pochi presenti domani in campo e, presente allora, è Felipe Melo. Un Felipe Melo che pare non abbia un legame particolarmente affettivo con la sua ex squadra: “Una soddisfazione me la sono tolta già due anni fa, eliminando la Juventus in Champions con il Galatasaray. Ma tutto normale, era solo una partita. Anche domenica sarà solo una partita. E’ un avversario che merita rispetto, non è per niente morto. Ma dobbiamo ricordarci che si gioca a San Siro, casa nostra: lì dobbiamo comandare noi. Sono tornato per abbracciare un antico amore. Sette anni fa potevo diventare dell’Inter, mi voleva Mourinho e io volevo lui. Finì che andai alla Fiorentina poi alla Juve e poi al Galatasaray dove ho vinto moltissimo. Ma Dio mi voleva qui, si doveva chiudere un cerchio. La Juve è stato un errore, avrei fatto meglio ad andare all’Inter, avrei vinto il Triplete”.
Melo, guerriero militante nella formazione nerazzurra, punta a vincere. Concetto ribadito anche da Perisic: “Giochiamo in casa e vogliamo vincere a tutti i costi”.
Anche Stankovic, ex giocatore nerazzurro, ormai parte dello staff tecnico si esprime così: “Sarà una grande partita, bisogna vincere. Se loro perdono, probabilmente dicono addio al treno scudetto. Se dovessimo perdere noi, non sarà un dramma. Staremo a vedere”.
Non della stessa idea però Massimiliano Allegri, il quale, con serenità afferma. “Per quanto riguarda la partita dentro o fuori non è assolutamente così. Bisogna essere realisti, il nostro obiettivo è quello di arrivare a marzo ed essere in lotta per lo scudetto. Domani non è una partita che decide lo scudetto, è una partita che sicuramente è importante perché è derby d’Italia, è vista in tutto il mondo. Noi siamo indietro in classifica, un’eventuale vittoria domani non cambierebbe nulla nel nostro cammino, per recuperare bisogna dare continuità ai risultati e visto che siamo abbastanza indietro fino a marzo non possiamo dare conclusioni”.
Pare che il tecnico livornese gestisca bene la tensione prendendo il match con molta più pragmaticità rispetto ai giocatori.
Khedira, ad esempio, esprime con molta più determinazione la sua preparazione verso il suo primo scontro con gli acerrimi rivali e dice: “Battiamo l’Inter e torniamo al vertice. Sappiamo bene che non sarà un match facile, ma dobbiamo assolutamente fare risultato e giocare una buona partita […] Non sarà l’ultima chiamata, il campionato è ancora molto lungo. E’ fondamentale però vincere perché per noi sarebbe uno scalino fondamentale per il nostro cammino anche se questa partita non decide nulla di definitivo”.
Non sarà infatti una sola partita a determinare un percorso ancora molto lungo e non basterebbe all’Inter volare a +11 dalla Juve per escluderla dal giro scudetto ma, a gettare un pò di “sconforto” a Torino ci pensa Barzagli, il quale prendendo in considerazione tutte le possibilità dice: “In caso di sconfitta la Juve deve riconsiderare i propri obiettivi”. Se la Juve dovesse vincere sarebbe un segnale importante, oltre che per la squadra, anche per la classifica; per Mancini invece la situazione si complicherebbe e non di poco.
Egle Patanè