È già trascorso un anno dalla scomparsa di Gianluca Vialli.
Un anno in cui nessuno di noi, che lo abbiamo amato e compianto, ha veramente smesso di pensare a lui. Gianluca è stato troppo importante, troppo brillante – come dice suo fratello Nino – per non lasciare un segno profondissimo.
Proprio Nino ne ha parlato al “Corriere della Sera”, in occasione dell’anniversario della scomparsa. Maggiore di otto anni, i due hanno vissuto negli ultimi tempi un rapporto a distanza, visto che Nino è andato a vivere in Thailandia.
Negli ultimi anni Luca l’ho vissuto pochissimo. Ci sentivamo per telefono. Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l’imbarazzo che gli chiedessi ‘Come stai?’.
Nelle parole si avverte una sfumatura di rimpianto. Gianluca Vialli ha vissuto la malattia con grande dignità e con la delicatezza di dover proteggere i suoi cari dal male che lo stava a poco a poco divorando.
Una sorta di eccessivo pudore, quasi.
Forse perché è sempre stato dotato di una straordinaria intelligenza:
Superiore alla media. Ci teneva a primeggiare.
E questa caratteristica l’abbiamo vista più volte nella sua carriera di calciatore, ma non solo. Anche nei salotti TV, nel modo in cui esprimeva un’opinione, Gianluca Vialli centrava sempre la questione in una maniera differente, con qualcosa in più.
Brillante.
Brillante, e a volte lontano. Un rapporto tra fratelli riscoperto nelle ultime giornate di ospedale a Londra, quando Gianluca ha convocato famiglia e amici più stretti per salutarli.
Era stanco, aveva bisogno di pace.
Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di soffrire, di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo.
Uno spirito particolare che avvertiva la malattia non solo come una sofferenza, ma come una prigionia. Non deve essere facile, per chi è stato così libero e geniale, ritrovarsi stritolato e ingoiato dal dolore.
E gli affetti più cari, chi ha veramente conosciuto bene Gianluca, hanno accompagnato i suoi ultimi momenti seguendo le sue volontà.
Per Nino quest’anno è stato “un ricordo continuo”, come lo sono le sue parole al Corriere: l’infanzia, la passione per Boninsegna e Cruijff . Le partite al Subbuteo. La passione di Gianluca per il golf e la sua capacità innata di imparare i movimenti degli altri.
Il ricordo indelebile di un fratello brillante.
Dire spiritoso è limitativo, intelligente è limitativo. Brillante forse mette insieme tutta la sua personalità