L’Inter vince per 2-1 sul Verona e continua la sua rincorsa verso la Signora capolista, lontana di un solo passo. I nerazzurri faticano, non poco, a San Siro nonostante dominino la partita fin dai primi minuti.
L’Hellas si chiude bene e al 18’ gela gli uomini di Conte con la rete del vantaggio, arrivata su rigore, dopo che in contropiede Zaccagni si inserisce nell’area nerazzurra e viene toccato da Handanovic.
Ma la Beneamata non demorde. Aggancia i gialloblu con Vecino e conquista i tre punti con una magia di Barella. Il sardo corona così un periodo davvero d’oro, con uno spettacolare tiro a giro dai 20 metri che fa esplodere il grande teatro di San Siro. Il ventiduenne è stato il giocatore del match con più lanci lunghi andati a buon fine, ben 6.
Non una novità per un giocatore con un’ottima visione di gioco e una notevole dinamicità, ma soprattutto dotato di un buon tiro dalla distanza. Ma Nicolò Barella non è solo questo. Specialista dei calci da fermo, in grado di adattarsi a qualsiasi ruolo del centrocampo ma anche battagliero, qualità che lo porta a lottare per ogni pallone. Tanto da diventare, al termine della scorsa stagione, il giocatore con il numero più alto di palloni recuperati, 253 per la precisione, vincendo anche il premio come miglior centrocampista.
E pensare che la famiglia desiderava per lui una carriera nel mondo del basket, ma per Nicolò c’è sempre stato solo il pallone da calcio. Nato e cresciuto a Cagliari, anche calcisticamente parlando. Scoperto da Gianfranco Matteoli nella Scuola Calcio “Gigi Riva” del capoluogo sardo, a 9 anni è già nelle giovanili del Cagliari e a soli 17 anni esordisce in Serie A.
I rossoblù andranno poi in B, il centrocampista va in prestito al Como sempre in seconda serie, ma a fine stagione torna a casa. Barella, allora ventenne, scala presto le gerarchie del reparto e diventa titolare. In tre anni totalizza 112 presenze durante le quali colleziona 7 reti. Numeri che attirano l’attenzione di Antonio Conte. Il 12 luglio 2019 Nicolò passa ufficialmente all’Inter in prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato a 25 milioni.
Diventa presto titolare e nonostante qualche ammonizione di troppo, 6 in sole 16 gare, conquista definitivamente Conte e tifosi, ma non solo. Anche il commissario tecnico Mancini considera ormai Barella un elemento fondamentale della sua Nazionale.
Il Piccioccheddu, ‘Il Ragazzino’, come lo chiamava chi lo vedeva, da piccolo, fare grandi numeri con la palla, ora è diventato grande. E dopo aver conquistato il popolo rossoblù e quello nerazzurro, adesso punta a fare innamorare anche i tifosi azzurri magari già all’Europeo del 2020.
Alessandra Cangialosi