Niang, dalla crisi al Milan al sogno pallone d’oro

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Arrivato al Milan nel 2013 con l’etichetta del fenomeno, il giovanissimo centravanti si è messo subito in risalto nonostante non giocasse nel suo ruolo. Il palo contro il Barcellona in Champions League ha poi frenato la crescita del talento francese che da quel momento ha perso lo smalto dei primi giorni. Dopo l’avventura in prestito al Montpellier e il ritorno in rossonero, Niang sembra aver finalmente trovato la sua dimensione al Genoa. Con la maglia rossoblu ha messo a segno 2 gol e 2 assist in sole 4 partite da titolare, tant’è che è stato dichiarato il migliore in campo. In una intervista alla Gazzetta dello Sport, l’ex milanista ha parlato del suo presente e del suo obbiettivo principale, vincere il Pallone d’Oro.

Dal primo giorno ho trovato un grande spirito di squadra. Per me era quasi un obbligo dare subito il massimo. Sto crescendo, ma c’è ancora tanta strada per arrivare dove voglio io. Punto al massimo, a giocare in un grandissima squadra e a vivere in campo le sfide più importanti. Lavoro per diventare un campione. Il mio sogno è conquistare il Pallone d’Oro. Farò di tutto per riuscirci e se mi fermerò a metà strada, ci avrò comunque provato. In Francia all’inizio non mi conosceva nessuno, dopo sono arrivati i problemi. Dovevo confermarmi su certi livelli. Poi è arrivata la possibilità di venire al Milan e l’ho colta al volo. Volevo crescere. Mi piacquero le idee dei rossoneri. Ho avuto anche fortuna, Allegri mi ha fatto giocare in mezzo a grandi campioni”.

Il giocatore parla poi della sua avventura a Genova dove le cose vanno decisamente meglio, e dichiara:

Qui al Genoa i risultati arrivavano già prima. Toccava a me dimostrare di poter giocare. Con Gasperini c’è stata sintonia immediata, sapevo che sarebbe andata così. Ti fa crescere sotto tutti i punti di vista. Lavoro tanto, non ci sono altri segreti. Cercavo di far gol anche al Milan, in certe occasioni non ho avuto fortuna. Qui è andata meglio e spero di continuare così. Anche a Montpellier ero partito forte, poi ero calato, ma lì fu solo per colpa mia. In campo si vede che sono cresciuto. So che la nazionale francese ha ripreso a seguirmi, anche se la priorità va al mio club. Ho grandi maestri come Perotti e Iago Falqué, poi c’è Burdisso che ha avuto una carriera importante, da loro sento grande fiducia e li ringrazio. Mi sento più centravanti. Nel Milan giocavo a destra, qui a sinistra, a me va bene tutto. Ho segnato la mia doppietta da centravanti, ma imparare più ruoli non mi fa certo male”.

Con questi presupposti, il sogno del pallone d’oro potrebbe presto avverarsi.

Barbara Roviello Ghiringhelli