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Neymar: successo, soldi e solitudine. Quando avere degli amici cari… costa caro

La storia di Neymar e del suo - triste - rimedio alla solitudine...

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Se i soldi, la fama e il delirio dei tifosi non fanno la felicità, pare che l’asso brasiliano Neymar si sia industriato per trovarla in maniera singolare…

 

Il  campionissimo brasiliano del Paris Saint Germain, Neymar da Silva Santos Júnior, detto semplicemente Neymar, 27 anni, attaccante  dotato di un’eccellente tecnica individuale, grande abilità nel dribbling e velocità, considerato uno dei migliori calciatori al mondo, conteso praticamente da chiunque, e con un conto in banca dagli zeri ormai incalcolabili…  sia in realtà un ragazzo solo.

Neymar Brasile
Neymar e il prezzo del successo
Foto: FIGC Sicilia

E’ notizia di pochi giorni fa, pubblicata da IL FATTO QUOTIDIANO .

Il noto quotidiano ha riportato la notizia secondo la quale la giovane stella del PSG si sia volutamente circondata di un manipolo di ragazzotti, pagati 11 mila euro al mese per fargli compagnia e accompagnarlo in ogni occasione. Il loro nome? LOS TOISS, che, diciamocela tutta, nel suono ricorda la parola inglese Toys, che vuol dire giocattoli.

Coincidenze?

Chissà…

Fatto sta che costoro – cinque per la precisione –  hanno firmato un vero e proprio contratto, vivono nella megagalattica villa parigina del brasiliano e lo accompagnano agli eventi mondani che più mondani non si può.

Un lavoro a tempo pieno, insomma, retribuito profumatamente. Un ex calciatore, un fotografo, il responsabile ufficiale dell’organizzazione del tempo libero del campione, un manager e una sorta di maggiordomo: ecco  la “corte” del giocoliere gialloverde.

Vita agiata, lusso, divertimento. Chi non desidererebbe tutto questo a soli 27 anni? E invece, non è tutto oro quello che luccica. E forse non vi è completa felicità in un giovane di successo se necessita di “stipendiare” persone comunque di fiducia affinchè siano anche suoi amici, oltre che suoi dipendenti.

“Vive in una pentola a pressione e noi siamo una via di fuga. Non parliamo di calcio, lo aiutiamo a liberarsi dello stress della sua vita. Siamo insieme per parlare, viaggiare…”.

Questo è quanto dichiarato alla stampa iberica da uno dei Los Toiss.

Niente calcio, via lo stress: solo viaggi, chiacchierate e modi di evadere da una routine che, agli occhi di ¾ di mondo parrebbe un sogno e che a un asso del pallone appaia invece come una galera, una specie di morsa in cui la felicità e la serenità non trovano spazio.

Al netto di ciò che sia al 100% vero, può davvero essere possibile che a 27 anni ci si senta così consumati nei sentimenti, nei sogni, nella quotidianità, da doversi circondare di “amici” pagati mensilmente per essere tali, oltre che collaboratori???

Davvero nella vita di un uomo di successo non è possibile avere degli amici “normali”, magari reduci gloriosi dell’infanzia passata per strada calciando palloni impolverati e logori, oppure ex sbarbati in giro per le strade di Mogi das Cruzes?

“O’ Ney” (questo il suo soprannome) è anche questo probabilmente.

 

Un ragazzotto impossibilitato nella ricerca di rapporti umani reali e non remunerati, cosa alquanto desolante. Sul piano calcistico le prestazioni non sono sempre state brillanti negli ultimi tempi. All’ultimo mondiale, quello russo, ha collezionato feroci critiche, battute e “Meme” sul web per le rovinose e singolari cadute e rotolate in campo di cui si è reso protagonista: cadute contornate da smorfie di dolore talmente accentuate da risultare esilaranti in alcuni casi.

Nell’ultima sessione si calciomercato è stato riaccostato al Barcellona –  sua ex squadra – e anche alla Juventus.  Alla fine resta in quel di Parigi, con la sua nobil corte intorno, come un Re Sole circondato da sudditi, lacchè e “impiegati” con mansioni singolari, tra le quali quelle di essere amici del Re.

Chissà se un giorno, dopo tutto questo “vivere” –  magari anche alla fine della sua carriera agonistica – riuscirà a tornare ( o a diventare)  meno star, meno protagonista del jet set e più essere umano, capace forse di non dover aprire il portafogli per pagarsi “gli amici”.

Simona Cannaò

 

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