Nel segno di Hateboer: da terzino a killer del Valencia

La straordinaria notte della Dea, la straordinaria notte di Hateboer

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Hans Hateboer non fa parte dell’Olimpo degli olandesi più desiderati in Europa. 

Quello che annovera De Ligt e Van Dijk per intenderci.

Hans Hateboer fino a qualche anno fa era un normalissimo terzino destro del Groningen: alla porta del quale l’Atalanta bussò nel 2017 e con solo un  milione di euro portò a Bergamo il ragazzo.

I primi tempi sono piuttosto anonimi in maglia nerazzurra, visto che davanti a lui in rosa c’è Conti e lo spazio è ridotto.

Dalla stagione successiva invece diventa titolare inamovibile e Gasperini inizia a lavorare su di lui per trasformarlo in un esterno a tutta fascia, capace di coprire come di offendere.

Alla fine della storica annata che porterà la Dea per la prima volta in Champions League, Hans chiude con 5 assist e 5 reti all’attivo: numeri notevoli per uno che in quattro anni al Groningen aveva segnato soltanto 5 gol. 

Per capire in parte questa evoluzione basta pensare che nel pre-partita Gasperini vuole che Hateboer, Gosens e Castagne si allenino insieme agli attaccanti.

La riprova di quanto sia importante il lavoro svolto su di lui l’ha data ieri sera, nell’andata degli ottavi di finale contro il Valencia, aprendo e chiudendo le marcature dell’Atalanta e diventando il terzo olandese a segnare almeno due gol per una squadra italiana il UCL.

Gli altri due, udite udite, si chiamano Seedorf e Van Basten.

Ovviamente è stato eletto, nemmeno a dirlo, Man of the Match.

Roba da entrare di diritto nell’Olimpo olandese. Niente male per uno che è stato pagato solo un milione di euro.