In un’estate prossima ventura, piombata da un giorno all’altro, quando il giorno prima era Novembre inoltrato, con tutti i crismi e le temperature medio-africane da scioglimento viscerale e praticamente scevra da manifestazioni calcistiche euro-planetarie, l’unica e sola salvezza per l’umanità orfana del pallone sono i campionati mondiali femminili in corso in Francia.
Le nostre rocciose azzurre hanno esordito alla grande contro le cangurotte australiane, con una doppietta di Barbara Bonansea. Stiamo imparando a conoscere lei come le altre, il capitano Sara Gama, il portiere Laura Giuliani e tutto il resto della squadra. Sono donne, femmine, belle, forti, tenaci e stanno suscitando tanta curiosità un po’ ovunque.
Certo, la curiosità è femmina, si sa.
E se invece la curiosità fosse maschio?
E se invece queste fanciulle col pallone cucito addosso attirassero le sinistre e morbosette curiosità di taluni maschietti, i quali altro non posson fare se non dichiarare a mezzo social o stampa o tv che almeno la metà di esse è lesbica, precisando, però, di non avere dato alla considerazione, nessuna accezione negativa?
Valli a capire certi uomini!
Alcuni passano tutta la vita, o buona parte di essa, occupando i neuroni del cervello in pensieri soft o hard porn.
Altri a nascondere o negare la vera natura e tendenza sessuale, salvo poi, illuminati come il perfido Saulo, divenuto poi San Paolo, sulla via di Damasco, fare uno starnazzante outing con mezzo mondo collegato per l’evento.
Ci chiediamo stranite, ammesso che sia vero o meno:
1) “Ma a noi, di quello che sono fuori dal campo le nostre giocatrici, quanto ce ne stracatafrega?!?!?”
2) “Perché lanciare nell’etere una considerazione così su argomento così delicato e privato? Non basta parlare delle loro performance sul prato verde, dei dribbling, dei cross, e degli stop di petto (nel vero senso della parola!)???”
3) “Perché certe, maliziose esternazioni -perché di malizia credo fermamente trattasi-, vengono spesso regalate al mondo proprio dai protagonisti di certi outing?”
Forse non lo sapremo mai, parafrasando il buon Alberto Angela.
O forse potremo immaginare il perché, perché quei cattivoni di filmetti porno, visti da ragazzini, magari di nascosto e con la paura di essere beccati con le mani nella marmellata (…), hanno fatto malissimo a molti.
Chissà, magari c’è chi ha ricevuto una decalogo educativo talmente rigido da non poter guardare oltre il proprio naso e azionare la levetta del cervello per pensare autonomamente e non impiegare il tempo a immaginare, magari facendo critiche o ironizzando sulla vita sessuale altrui, salvo poi spiegare che si può essere lesbiche perché c’è una componente maschile in alcune donne lesbiche che trova sbocco in ambiti che una volta erano solo maschili…
Ma davvero? Se anche così fosse, evviva la versatilità!
Nella fattispecie, queste ragazze sono davvero la sorpresa di questa torrida estate e la loro tenacia e impegno nell’onorare una competizione così importante, in tutta franchezza, devono contare molto di più di cosa facciano o siano nel loro privato.
Godiamoci la loro gioia, tifiamo forte, sosteniamole.
Hanno bisogno di questo, non certo di chi va a radiografare il colore e il modello di intimo indossato o, peggio, infilarsi nel loro privato.
Siamo capaci di imparare a farci una sana e benefica vagonata di fatti nostri???
Aspettiamo con fiducia eventi e uso prorompente di materia grigia.
Simona Cannaò