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Nazionale, croce e delizia per i calciatori e i rispettivi club

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La Nazionale è la massima aspirazione per un calciatore ma la convocazione spesso implica anche alcuni rischi

Quando si sente parlare di Nazionale, ci fermiamo un po’ tutti, perchè è il momento in cui le rivalità tra i vari tifosi e club vengono messe da parte per far spazio ad un’unica maglia.

I giocatori si impegnano e si sacrificano tantissimo durante l’anno per quello che per molti è un sogno: vestire la maglia della propria nazione.
Tutto questo però comporta una mole elevata di partite tra campionato, coppe, amichevoli e qualificazioni e molte volte è proprio questo giocare ai massimi livelli a distanza di pochissimi giorni che comporta grossi rischi.

Quante volte i tifosi hanno storto  il naso per una convocazione in un momento delicato della stagione o dopo le partite della Nazionale a causa della condizione fisica del proprio giocatore all’indomani di una gara disputata con la nazionale? Penso si sia perso il conto.

Il rischio di infortuni, purtroppo, è dietro l’angolo. L’ultimo a farne le spese, in ordine di tempo, è Radja Nainggolan, centrocampista della Roma e del Belgio.
Il giocatore, dopo tantissime polemiche, era finalmente stato convocato in nazionale per un’amichevole tra Belgio e Messico e durante gli allenamenti, ha riportato una lesione all’adduttore destro che lo mette in allarme e a rischio per l’attesissimo derby della Capitale in programma sabato 18 novembre.

I club, dal canto loro, sono infuriati per questi continui infortuni durante le amichevoli delle nazionali; infatti dopo molti musi lunghi e soprattutto gravi infortuni (come capitato a Milik), la Fifa ha deciso fino al 2018 di stanziare 80 milioni l’anno per tutelare le società colpite: un indennizzo che viene effettuato solo per infortuni superiori a un mese di stop per il calciatore del rispettivo club.

Raffaella De Macina

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