Il Milan acquisisce il titolo del Brescia calcio femminile: si chiude un capitolo ma se ne apre un altro. Che ripercussioni sulle Leonesse e i supporters? Intervista a margine a Miriana Barezzani portavoce della tifoseria
E’ arrivata l’ufficialità: il Milan potrà disputare per la prima volta il campionato di Serie A femminile. Con un’operazione ‘stile Juve’, il club rossonero approda nel calcio femminile tramite l’acquisizione del titolo sportivo di un club preesistente. La notizia era nell’aria da settimane, ora è ufficiale: i rossoneri prenderanno parte al campionato di Serie A 2018/19 per la prima volta nella storia rilevando il titolo sportivo del Brescia femminile vicecampione d’Italia. La cifra dell’acquisizione pare si aggiri intorno ai 400 mila euro.
Un capitolo si chiude, inizia una nuova storia
Il calcio femminile dice addio a uno dei club più titolati. Negli ultimi anni ha conquistato 2 Scudetti (2014 e 2016), 3 Coppe Italia (2012 – 2015 e 2016), 3 Supercoppa (2014 – 2015 e 2016). A settembre 2017 è arrivata la quarta Supercoppa Italiana, a cui si sono poi aggiunte, nella stagione appena conclusa, la finale di Coppa Italia e un finale di campionato terminato a pari punti con le Juventus Women.
Nonostante ciò, nonostante l’ennesima qualificazione alla Women’s Champions League, il Presidente Giuseppe Cesari è stato costretto alla cessione e commenta così: “È un capitolo che si chiude per noi, ma sono convinto che il Milan metterà lo stesso impegno, la stessa passione e avrà la stessa sensibilità nel proseguire il percorso intrapreso più di trent’anni fa. Lavorare nel calcio femminile mi ha permesso di raccogliere grandi soddisfazioni sia dal punto di vista umano che professionale. Ringrazio le giocatrici e gli staff che nel corso degli anni si sono sempre dimostrati all’altezza del nome e del progetto che abbiamo portato avanti. Un grande in bocca al lupo al Milan per il futuro calcistico”.
La scelta del club di via Aldo Rossi è, quindi ricaduta su una delle squadre simbolo dell’intero movimento e, l’intento è quello di contribuire alla sua crescita.
“È certamente un giorno importante. – ha affermato Fassone -. Auspico che l’ingresso del Milan nella Serie A femminile possa agire da volano per lo sviluppo dell’intero movimento, innalzandone il valore e prestigio, e avvicinando così il nostro campionato a quelli delle nazioni più competitive. Infonderemo anche alle nuove atlete il nostro know how e DNA sportivo, con il massimo impegno e energia“.
Inizia una nuova pagina, quella che vedrà sempre più club di Serie A maschile puntare sulle donne.
Una Serie A femminile competitiva, il potenziale economico che comporta maggiori investimenti, dovrebbero (DEVONO) essere volti a compiere una rivoluzione che è prima di tutto culturale.
La nuova stagione del Milan femminile prenderà ufficialmente il via a metà luglio con la presentazione ufficiale della squadra e dello staff e il ritiro. La gestione della squadra sarà affidata a Elisabet Spina.
Caterina Autiero
L’altro lato della medaglia: i tifosi
C’è delusione mista a nostalgia e rimpianto nelle parole di Miriana Barezzani a capo della tifoseria del Brescia calcio femminile che ho raggiunto telefonicamente.
“Avevamo sperato sino all’ultimo in soluzioni alternative alla vendita del titolo al Milan – dice – ma ci siamo dovuti arrendere davanti all’evidenza: le sponsorizzazioni per gestire una squadra in Serie A non sono arrivate, troppo gravoso per uno sponsor accollarsi una squadra femminile visto che purtroppo ancora oggi è un vuoto a perdere, senza ritorni economici… Da parte nostra continueremo a seguire ogni tanto le ragazze, al di là delle singole squadre dove giocheranno; non penso infatti che tutta la rosa verrà presa in blocco dal Milan“.
Perchè, nel calcio femminile, tra i supporters e le calciatrici si instaura un rapporto speciale: “Per noi non sono semplici calciatrici ma persone care, amiche, ed insieme a loro soprattutto nell’ultimo anno abbiano creato un legame forte, la famiglia del sabato insomma”.
La famiglia del sabato è una definizione che rende alla perfezione l’affiliazione calcistica ed emotiva che il Brescia calcio ha saputo creare, lo spirito di gruppo, la tenacia e soprattutto quei famosi “Terzi tempi” di cui racconta Miriana: “Dopo la partita, anche durante le trasferte, abbiamo sempre fatto i nostri terzi tempi, ossia pane e salame tutti insieme con la squadra per festeggiare o per asciugarci le lacrime, a seconda dell’esito del match. Spesso anche con le avversarie, magari di ritorno in qualche autogrill come nella Finale Scudetto o nella Finale di Coppa Italia“.
Il Brescia calcio esiste ancora, come Società. Rimane tutto il settore giovanile e la possibilità di rifondare una nuova squadra che partirà dall’Eccellenza: “La tifoseria di sicuro fare sentire tutto il suo appoggio a questa nuova costituzione, sperando che quando arriverà di nuovo in Serie A, siamo certi che questo accadrà, il calcio femminile sarà cresciuto e dunque i tempi saranno maturi per una revisione di mentalità che ne farà un investimento allettante per gli sponsor”.
Silvia Sanmory