Home Calcio Italiano Serie A Napoli stellare: il frutto della fusione tra nuovi innesti a punti fermi

Napoli stellare: il frutto della fusione tra nuovi innesti a punti fermi

Quali sono i segreti del successo del Napoli capolista? Il club partenopeo ha saputo fondere perfettamente la novità e la tradizione

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Fonte immagine: profilo ufficiale twitter @sscnapoli https://twitter.com/sscnapoli/status/1622224078223335427/photo/1

Con un netto, sonoro e consistente +13 dalla seconda, il Napoli dei record si riconferma capolista in solitaria con 56 punti.

La squadra, allenata da Luciano Spalletti, continua a confermarsi la squadra, non rivelazione, ma bensì autentica. 

Il Napoli, con all’attivo il miglior attacco (51) e la miglior difesa (15), stupisce, divertente ed emoziona. E non solo parole vane, ma bensì una semplice conferma di ciò che ogni weekend accade sugli stadi lungo lo Stivale. 

Eppure, durante l’estate del mercato che ha visto l’addio di grandi nomi della storia moderna partenopea, Insigne, Koulibaly e Mertens tra gli altri, nessuno avrebbe scommesso sulla classifica attuale. 

E non si tratta solo di scaramanzia, ma di realismo.

Nonostante ciò, ancora una volta, il Napoli ha sorpreso tutti, ricominciando. 

Non da zero, ma da tre. 

Parafrasando il famosissimo titolo del film dell’attore Massimo Troisi, il Napoli ha in effetti ricominciato da tre punti cardinali: primo fra tutti, il confermato Spalletti, capace di aver riportato la squadra partenopea in Champions League, dopo due anni d’assenza. 

Poi, il terzino Giovanni di Lorenzo, erede della fascia da capitano, che durante gli ultimi mesi ha dimostrato umiltà, coraggio e soprattutto quella voglia di rappresentare la squadra: 

“Sicuramente indossare la fascia di capitano è qualcosa che mi riempie d’orgoglio, è una bella responsabilità. Quando il mister quest’estate ha deciso di darla a me, sono stato subito contento e la cosa che mi ha reso più contento è stata l’approvazione di tutti i miei compagni, soprattutto a quelli a cui toccava più di me perché erano da più tempo nella società: Zielinski, Mario Rui, Meret. È un compito importante e difficile, ogni giorno sto cercando di meritare la fascia e di rappresentare al meglio lo spogliatoio.” 

Infine, senza indugi, la fiducia a Victor Osimhen. L’attaccante nigeriano chiude attualmente la classifica marcatori come capocannoniere, con 16 goal, immolandosi come uno dei simboli. Ultimo, ma solo per ordine, il goal contro lo Spezia, dove ha sormontato l’altezza del portiere bianconero Dragowski, saltando da fermo e raggiungendo i 2 metri e 58. 

E partendo da ciò, il direttore tecnico Cristiano Giuntili, durante l’estate degli addii, ha potuto puntare su innesti nuovi, forti, potenti, capaci di essere un’ottima alternativa.

Mixando tutto ciò, non ha però dimenticato un fattore importante sulla base dei bilanci: l’economicità. Ed ecco che vengono fuori, come da un calderone delle streghe, come in quelle favole, talenti, dai nomi non conosciutissimi, che ora sono tra i più ricercati. 

Partiamo subito dal talento georgiano Khvicha Kvaratskhelia, classe 2001, senza limiti in Italia e in Europa.

Dieci gol e 12 assist, nella sua prima metà del percorso che l’ha visto sempre di più protagonista. Eppure, quando era arrivato, assomigliava più a quelle creature mitologiche, di cui non si sa nulla, se non il prezzo modico che il Napoli ha speso per lui: 10 milioni.

Un prezzo modico, tenendo conto che il suo cartellino aumenta di giorno in giorno, così come l’amore che i napoletani provano per lui e l’ormai coppia d’attacco consolidata: Osi-Kvara. 

Con Kvicha si è andati a sostituire Insigne, ma colui che ha decisamente superato tutte le aspettative è stato l’acquisto del coreano Kim Min-Jae.

Arrivato dai turchi del Fenerbahçe, per soli 18 milioni, non solo ha preso il posto di Koulibaly ma lo ha anche rinsaldato, ridefinito, puntando su ogni pallone con il coraggio di chi sa che quello è il suo momento.

Non è un caso se si è guadagnato il titolo di The Monster, il mostro. 

Oltre a loro, però, Cristiano Giuntoli ha deciso di puntare su ulteriori innesti.

Se durante l’estate, Napoli aveva aspettato con trepidante attesa l’arrivo dell’ex Juve, ora Roma, Paulo Dybala, dopo il rifiuto dell’argentino, è andato alla ricerca di ulteriori nomi, capaci di infiammare la piazza. 

Ostigard, Olivera, Raspadori e Simeone, hanno ultimato la schiera di arrivi che hanno apportato forza e talento alla squadra.

Mai banali, sempre decisivi, come i gol del cholito, che si emoziona ad ogni gol in maglia azzurra. O come il supplemento che regalano ad ogni entrata in corsa.

Con loro, il Napoli sta, senza ulteriori indugi, ridefinendo le basi del prossimo futuro. 

E il successo del Napoli sta proprio in questo. Nell’incontro tra novità e tradizione, nel rendere sempre competitivo ed esplosivo ciò che negli anni scorsi si era tentato di fare. Non si sarà più la vecchia formazione, quell’attacco dei “tre tenori”, ma resta quella filosofia.  

Il Napoli ha puntato sul mercato, la novità, il valore nuovo, quello aggiunto.

Quello che rende di nuovo tutto imprevedibile, non lasciando spazi conosciuti, puntando non solo sulla capacità di andare avanti, ma nel progredire, nell’evolversi, nel rendere il nuovo capace, non di eliminare il vecchio, ma di riprenderlo e dargli nuovo valore. 

La strada per l’epilogo finale è ancora lunga, siamo soltanto a metà percorso, ma il Napoli ha indubbiamente espresso ciò si può definire: grande acquisto a lungo raggio. 

 

Rosaria Picale

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