Napoli, quando Lorenzo il Magnifico entra in campo è tutta n’ata storia, è arte pura

Lorenzo Insigne è sempre più leader del Napoli di Ancelotti

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Dopo le indiscrezioni su Allan e la Nazionale italiana – pare sia fortemente chiesto da Roberto Mancini-, il pomeriggio dell’ottava giornata di campionato vede come protagonisti il Napoli di Ancelotti e il Sassuolo di De Zerbi.

Ancelotti non rinuncia a nessuno della rosa, crea un’ulteriore squadra titolare con un risultato niente male (dal primo minuto troviamo: Ospina, Malcuit, Koulibaly, Hysaj, Rog, Diawara, Zielinski, Ounas, Mertens e Verdi).
Il match si apre con il primo gol in A per Adam Ounas,al 3’ minuto con un sombrero e poi sinistro potente sotto la traversa. (Giocata da PlayStation!)

Alla mezz’ora risultato bugiardo, il Napoli crea ma non sfonda.
Il Napoli si è dimostrato padrone assoluto in campo ma ha sprecato però tante occasioni.

Nel secondo tempo Ancelotti attua i suoi tre cambi a disposizione inserendo i titolarissimi Insigne, Allan e Callejòn, nel momento in cui c’è un Sassuolo più sicuro e determinato.
I partenopei riescono a frenare bene la manovra offensiva neroverde, soprattutto con l’aiuto indispensabile di Ospina (paragonato all’ex portiere del Napoli, Claudio Garella, per prodezze simili) e Insigne che sigilla il risultato sul 2-0.
Al minuto 87’ il Sassuolo resta in 10, per un fallo su Callejòn. Vittoria importante al San Paolo dove decidono Ounas e Insigne.

Uno dei protagonisti di questo avvio di stagione è proprio lo scugnizzo napoletano Lorenzo Insigne. Il ragazzo di Frattamaggiore, che ha coltivato il sogno sin da bambino di diventare un calciatore professionista e di indossare quella maglia azzurra, è sempre più idolo della sua amata città all’ombra del Vesuvio.
Un semplice ragazzo che fa impazzire un popolo intero in un mercoledì qualsiasi, con prodezza e determinazione, allo scoccare del 90’; un ragazzo a cui piace farsi notare in Europa battendo i vice-campioni.

Forse, da bambino, non immaginava nemmeno di essere allenato, un giorno, da uno dei migliori tecnici di calcio al mondo e soprattutto nella sua Napoli e nel suo Napoli.

Quando Lorenzo il Magnifico entra in campo è tutta n’ata storia: è arte pura

Con Ancelotti è sbocciato, ha trovato quella sintonia che ha fatto sì che potesse essere sicuro di sé in campo e decisivo sotto porta.
Sette reti in 10 partite, è ancora lui a consacrare il risultato e chiudere la partita, con la sua classica inclinazione e parabola imprendibile.

Insigne colpì in maniera molto simile il Sassuolo, il 28 novembre 2016.

Da quel giorno comunque, dal Sarrismo – con un ruolo di tuttocampista, una mina vagante, e l’impostazione della medesima giocata che comunque mandava in delirio i tifosi – si nota ora una certa maturità arrivata pian piano alimentata da Re Carlo che lo ha messo in una condizione totalmente diversa: lo ha reso un attaccante più concreto e decisivo.

Non è più lui a cercare sempre gli altri compagni di squadra ma il contrario perché dal Magnifico ci si aspetta sempre numeri da campione e che porti a casa un ottimo risultato.

Il giovane napoletano, come confessato nell’intervista post partita, si sente più sereno, riesce a concentrarsi meglio in campo oltre ad avere un’unità di gruppo ineccepibile.

Il nuovo leader della squadra è lui, e i tifosi non possono che essere orgogliosi che sia proprio un napoletano a guidare il Napoli. È il destino degli Azzurri quello dei piccoli e straordinari condottieri: da El Pibe de Oro a Il Magnifico.
Tenero, dopo, l’abbraccio di papà Lorenzo a bordo campo con i suoi due piccoli figli.

Fa festa il Napoli che si pone al secondo posto da solo in classifica, e a -6 dalla Juve, prima della sosta nazionale.
Ancelotti esulta sui social “La fine di una grande settimana in cui la squadra ha mostrato i risultati del duro lavoro e della determinazione. Ora ci si ricarica per tornare più forti”.

 

Valentina Vittoria