Dopo l’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina azzurra, Maurizio Sarri, che è rimasto alla guida del Napoli fino a pochi giorni fa, si sfoga pesantemente contro il presidente De Laurentiis
Il campionato è finito da poco e assistiamo già ai primi colpi di mercato, con le squadre che si guardano intorno per accaparrarsi il top player o semplicemente per rinforzarsi in vista della prossima stagione. La girandola delle valutazioni però non riguarda solo i giocatori ma anche gli allenatori, sempre nell’occhio del ciclone per il loro operato.
Una delle squadre che si è fatta subito notare è il Napoli, con il supercolpo Ancelotti. L’ex tecnico rossonero torna in Italia dopo una lunga parentesi all’estero per sedersi sulla panchina azzurra e mentre i partenopei gongolano per il regalo del loro presidente, Maurizio Sarri, che è rimasto alla guida della compagine napoletana fino a pochi giorni fa, si è sfogato con gli amici di Varcaturo con delle frasi riportate dal quotidiano “Il Mattino”:
“Non meritavo di venire liquidato così guardando la tv, in tre anni ho mandato giù qualsiasi cosa. Ho capito tutto domenica sera…”.
(immagine sky sport)
Non sono mancati i saluti dei “suoi” ragazzi, con Insigne che esprime la sua gratitudine per il loro condottiero:
“A Sarri non posso far altro che dire grazie perché in questi tre anni ci ha dato tanto ed i risultati ottenuti sono anche merito suo. Ancelotti? Non me l’aspettavo, ma il presidente ha sempre dimostrato di avere questi colpi: Ancelotti è un grandissimo allenatore e spero che ci darà una grossa mano per affrontare le gare importanti”.
E adesso quale sarà il futuro del tecnico toscano? Ci sono diverse squadre interessate a lui come lo Zenit San Pietroburgo e il Chelsea, ma tutto dipende dalla clausola da 8 milioni che lo lega al Napoli e che dovrà essere pagata entro il 31 maggio dalla squadra che lo ingaggerà, oppure dovrà sperare che il presidente lo congedi sobbarcandosi la penale di 500 mila euro. Il patron partenopeo potrebbe anche decidere di continuare a versare al tecnico lo stipendio per non farlo sedere su un’altra panchina.
Barbara Roviello Ghiringhelli
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