Napoli, “le tarantelle” sono cosa nota con il vulcanico (forse troppo) Aurelio De Laurentiis

Il presidentissimo del Napoli da anni sembra avere un rapporto contrastante con tecnici e giocatori. Colpa solo sua?

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Aurelio de Laurentiis profilo ufficiale twitter ssc napoli

 

Aurelio De Laurentiis colpisce ancora con le sue “tarantelle”

Il vulcanico e pirotecnico presidentissimo del Napoli da anni sembra avere un rapporto contrastante con tecnici e giocatori.
Colpa solo sua?

Enrico Montesano nei panni del compulsivo scommettitore, nel mitico film “Febbre da cavallo”, quando parlava di sua sorella Giuliana, la prendeva in giro per il suo fiato non proprio gradevole e sosteneva che non riuscisse a trovare un fidanzato perché “Nun s’affiata con nessuno”.

Potremmo dire lo stesso, senza naturalmente fare le medesime allusioni montesaniane, del numero 1 della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis, mai effettivamente lontano dai riflettori mediatici anche quando, per lunghi periodi, non compare sulla scena.

Il vivacissimo produttore cinematografico e dal 2004, proprietario della società calcistica partenopea, ha all’attivo una situazione di tutto rispetto proprio in riferimento alla società.

Stipendi pagati regolarmente, bilancio sempre a posto e mai in rosso.

Eppure, sembra sempre che qualcosa giri storto in casa Napoli.

Polemiche, tensioni, paroline dette e non dette anche in occasioni pubbliche quali le conferenze stampa post partita (da parte dell’allenatore di turno).

In casa Napoli non si sta quasi mai tranquilli anzi, come nella migliore tradizione partenopea, le cosiddette “tarantelle” sono cosa nota e non poco usuale.

Chi non ricorda il celeberrimo ammutinamento del 5 novembre 2019 post partita contro il Salisburgo?

Chi non ricorda le multe contro i giocatori rei e il codazzo di assurdità dentro e fuori dal campo successive a quegli eventi?

L’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gattuso?

Sembrano oggi ricordi lontanissimi ma alla luce dei fatti delle ultime settimane, tanto lontani non sono.

L’idillio tra Aurelio De Laurentiis e il plurivincente Ancelotti, sugellato da quella immagine da film (loro spalla a spalla con mani e braccia a mo’ di pistoleri) al momento dell’ufficialità, è durato poco più di due anni e nonostante i non negativi risultati soprattutto in termini di piazzamenti in Champions e in campionato, qualcosa a suo tempo irrimediabilmente si ruppe.

Come si ruppe l’idillio con Sarri, il maestro di calcio che portò il popolo napoletano ad un passo dal sogno scudetto.

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Ad oggi invece, si avvertono tensioni anche con Gattuso e di nuovo con i calciatori, visti dalla sua parte contro proprio il presidente.

Storie di ordinaria matrice lavorativa che in quel di Napoli assumono spesso i contorni di agognate storie d’amore che poi non sempre portano alle emozioni sperate.

Come con gli allenatori, anche con i calciatori non sono sempre state rose e fiori.

Come non ricordare il famoso “Es tu colpa” urlato da Higuain in maglia bianconera, proprio all’indirizzo del patron azzurro, reo di essere il responsabile dell’addio al Napoli dell’argentino!

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E l’ultima telenovela in ordine di tempo, con il polacco Milik?

E ancora tutte le volte in cui De Laurentiis si è scagliato contro giornalisti locali a suon di pirotecniche uscite e dichiarazioni al vetriolo?

Ecco, a Napoli pare che ogni situazione divenga un pubblico affare, con grandi spettatori al seguito ovviamente.

Che ADL da una certa frangia di napoletani non sia ben gradito, è cosa risaputa.

Troppe volte la tifoseria si è messa contro di lui, con striscioni, proteste plateali e accuse di non voler vincere, non avere un serio progetto societario, di non voler investire o avere investito nel modo sbagliato.

Insomma, un “Uno contro tutti” che di certo non ha fatto bene e non fa bene al Napoli, ai sogni dei tifosi e in generale, all’ambiente.

Di chi sia la colpa di questo continuo stato di tensione di preciso non si sa, ma se “Non ci si affiata con nessuno”, forse queste colpe sono da ricercare anche nei vertici societari.

Una stagione poi non brillantissima come quella che sta vivendo il Napoli non fa che acuire certi dissapori.

Tutto recuperabile forse, o forse no, perché si parla troppo spesso di restyling della rosa e di pezzi della dirigenza.

Potrà fare bene un nuovo corso alla squadra e alla città? Un serio progetto vincente esiste concretamente? ADL quanto ancora avrà voglia di mettere la faccia (e i soldi, naturalmente) per la SSC Napoli? E soprattutto, quanto influirà ancora il ruspante e combattivo carattere del super presidente su tutto questo?

Si sa che anche le storie iniziate con il più classico degli idilli, spesso sono finite con i fuochi d’artificio al contrario.

C’è da sperare che non accada al Napoli e a Napoli, città che certe “tarantelle” non le merita, se non quelle della centenaria tradizione culturale della città all’ombra del Vesuvio.

 

Simona Cannaò