Conte da capitano bianconero a tecnico nerazzurro, un passaggio che spacca le opinioni e se qualcuno si dimentica della rivalità tra Inter e Juventus, Mourinho e Chiellini esprimono ancora una fede nel più sincero dei modi.
La rivalità tra Inter e Juventus è viva oggi più che mai (quantomeno di recente) e se per un attimo c’è chi ha creduto si potessero davvero mischiare alcune carte, quel qualcuno si sbagliava di grosso. I crossing over recenti tra bianconero e nerazzurro non sono esattamente fantascienza e per un attimo hanno lasciato credere ai più che quella che era la grande rivalità tra i due Club potesse essersi affievolita con il tempo o con i nuovi scenari economici.
Beppe Marotta da amministratore delegato della Juventus passa ad amministratore delegato Area Sport dell’Inter. Icardi ritenuto a più riprese vicinissimo alla Juventus e considerato addirittura un fattibile ‘baratto’ con Dybala. Dulcis in fundo Conte prossimo alla panchina dell’Inter.
Scambi di maglia che lasciano dissapori e disappunti, da una parte e dall’altra. Chissà Peppino Prisco, che – com’era solito dire – si contava le dita della mano dopo aver stretto la mano ad uno juventino, cosa direbbe a riguardo, oggi che mani bianconere (o ex tali) da stringere ce ne sarebbero più di una. Chissà cosa direbbe dell’arrivo di Antonio Conte come futuro allenatore dell’Inter, proprio lui che fu capitano di quella Juve che tanto lo indignò. Chissà. D’altronde non sarebbe l’unico scontento del suddetto insediamento in panchina.
Conte da capitano bianconero a tecnico nerazzurro e tutte le divergenze del caso
C’è chi, sponda Inter, non riesce a digerire l’arrivo di Conte ad Appiano, non lasciandosi incantare da palmares, prestigio e neppure doti. Se il tecnico leccese vanta un curriculum che ai nerazzurri potrebbe e dovrebbe far gola, non tutti sono del medesimo stesso coro. La fascia al braccio di quella famosa Juve ’98 è un ricordo troppo indelebile per essere smacchiato da Premier League e Scudetti in tasca, perché, appunto, in tasca di Antonio ci sarebbe anche uno Scudetto che l’Inter non ha mai digerito perdere sotto i colpi di uno Iuliano con la complicità di Ceccarini. Ad inasprire il tutto Calciopoli e un conteggio di scudi mai unanime tra le due fazioni e finora tra quelli che scudi della Juve ne conta due in più c’è stato pure Antonio Conte.
C’è chi nel bene di una risalita meno dispendiosa e estenuante di quelle degli ultimi anni fa finta di non ricordare. C’è chi ricorda ma glissa con l’attenuante del calcio che cambia. C’è chi invece di questo cambiamento non vorrebbe mai sentirne gli effetti. Non sulla propria pelle almeno.
Da un lato gli interisti scettici su un Conte adeguato alla causa, quantomeno etica, dall’altro gli juventini
Juventini a loro volta spaccati in diverse fazioni. C’è chi in silenzio si morsica con l’amarezza di chi avrebbe potuto riportarlo a casa, specie dopo l’addio di Allegri. C‘è chi lo addita come voltagabbana, reo di uno sgarro inaccettabile. Proprio adesso che il presidente Agnelli ha smascherato quell’aura di tradimento che la separazione, prima che sbarcasse in Nazionale, tra Vecchia Signora e vecchio Antonio sembrava dettare.
Anche in bianconero c’è chi – come nel caso degli interisti – sta in mezzo e si limita ad accettare l’idea del cambiamento di equilibri oltre che di scenari, accettando l’amara realtà della professione prima del sentimento, questo ormai obsoleto, pur ammettendo (quantomeno a sé stessi) il timore che possa ridare verve e quota ai più antichi dei rivali. Resta quindi lo sgarro. Silente o meno.
Un cambiamento che piace soltanto ad alcuni e che in qualche modo scontenta un po’ tutti. Per un verso o per un altro. Che in ballo ci siano i valori o i risultati, poco importa. Tant’è: uno sgarro.
Sia di Antonio o dell’Inter, il boccone da ingerire non è certo dei più saporiti. Specie perché appunto a restar vacante – almeno all’apparenza – attualmente è la panca bianconera. Finito il brio di Allegri(a), a sperare in un ritorno di Conte erano in tanti – e addirittura c’è chi ci spera ancora-. Tuttavia i giochi son fatti e Conte all’Inter è cosa fatta non più solo teoricamente. E allora chi di allenatore ferisce di allenatore perisce e la Juve tenta José Mourinho.
“Alla Juve mai”
Mourinho dixit
Sono diversi i rumors che parlano di tentativo bianconero di tentare Mourinho e a provarci è persino CR7 che con Mou ci ha condiviso l’esperienza con i blancos. Tuttavia se con Conte all’Inter sembra frantumarsi un altro pezzo di quelli che sono i pilastri del tifo, ci pensa Mourinho a rimettere in chiaro certi aspetti ed erigere certezze. Mou chiude ogni discorso con un videomessaggio speciale indirizzato agli eroi del Triplete in occasione dell’anniversario della finale di Madrid e intanto da Spagna e Inghilterra soggiungono smentite certe di un possibile connubio con la Juventus.
Di bandiera in bandiera. Se Mourinho lancia segnali inequivocabili, arrivano puntualizzazioni d’orgoglio anche da sponda bianconera. Parola al Capitano. Giorgio Chiellini in un’intervista al TuttoSport stuzzicato sul capitolo Conte-Inter risponde senza filtri né veli, abbattendo ogni qual tipo di ipocrisia.
“Conte all’Inter? Spero non vinca nulla”
– Giorgio Chiellini –
“Conte all’Inter? Mi dispiacerebbe vederlo lì, ma fa parte della vita. Capisco che si tratta di professionisti, però vederlo in nerazzurro mi farebbe strano. Non è una critica, lo sanno tutti che con Antonio ho un rapporto speciale. Spero che gli vada tutto bene ma che all’Inter non vinca nulla. Quando allenava il Chelsea ho tifato per lui. All’Inter no. Non posso farlo, davvero…”
Le parole del capitano bianconero, come da copione, spaccano l’opinione pubblica. Da un lato c’è chi lo crocifigge per la poca sportività, dall’altro c’è chi lo idolatra per l’animo juventino che le sue parole trasudano. Una via di mezzo che difficilmente si riesce a trovare. Un po’ come un compromesso reale tra interisti e juventini.
Tuttavia anche in questo caso, seppur con difficoltà il compromesso lo si trova. Basterebbe semplicemente ricercarlo in quella fede che, seppur oggi è difficile crederlo, Chiellini o Mourinho riescono ancora ad incarnare nel più sincero dei modi.
Egle Patanè