Dopo 50 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, si è spento questa mattina all’alba Ciro Esposito. Le condizioni del tifoso del Napoli, ferito prima della finale di Coppa Italia, erano apparse critiche fin da subito, ma la speranza che riuscisse a rimettersi non si era mai spenta. Qualcosa è cambiato nella giornata di ieri, quando le sue condizioni si sono aggravate preannunciando il peggio.
La morte del giovane napoletano modifica nettamente la situazione di Daniele De Santis, ex ultrà giallorosso accusato di aver premuto il grilletto contro il tifoso della squadra partenopea: per lui ora l’accusa è di omicidio volontario. Il tifoso giallorosso non era solo e tutti reclamano a gran voce i nomi dei complici. La famiglia di Ciro si è chiusa nel dolore, incredula, ma ci ha tenuto a chiarire che in nome del ragazzo c’è bisogno di fare giustizia e non vendetta. Appropriarsi di una simile tragedia per rispondere alla violenza con la violenza è l’unico modo per far morire Ciro una seconda volta. Parole di cordoglio anche dal Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che ha colto l’occasione per invitare a fare una riflessione sul mondo del calcio e sulle istituzioni che collaborano con esso.
Emiliana Cristiano