Morata: Un addio anticipato, un futuro da scrivere

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Non arrivano come un fulmine a ciel sereno le parole di Alvaro Morata: lo spagnolo, in un’intervista rilasciata ad As, si confessa. Era nell’aria, era preventivato già con il suo approdo a Torino, era destinato ai saluti già con la clausola di recompra. Eccoci allo scadere della stagione 2015/16, eccoci all’incertezza sul futuro dell’attaccante.

Lo juventino Alvaro Morata

Il Real Madrid, in base agli accordi, può inviare una notifica scritta alla Juve tra l’1 e il 30 giugno 2016 o tra l’1 e il 30 giugno 2017 per comunicare la volontà di riprendere Morata. Il passaggio dovrà essere completato dal 1 al 15 luglio dello stesso anno. “Spero che si risolva tutto prima del 13 perché è scomodo essere in nazionale e dover aiutare il tuo Paese con il telefono in mano. Vediamo cosa succede e dove giocherò alla fine“, ha ammesso il giocatore.

Non solo Real nel possibile futuro di Alvaro.

L’attaccante è seguito da molti club, soprattutto di Premier e non è escluso che possa lasciare Torino alla volta di Londra Tornare al Real Madrid? È chiaro che questo è ciò che mi piacerebbe. Ma ho alcune offerte in Inghilterra, alcune mi tentano e non solo per il contratto. Credo che per le mie caratteristiche la Premier sarebbe un grande traguardo … Con quello che ho imparato in Italia, avere l’occasione di imparare qualcos’altro in Inghilterra credo che mi renderebbe un giocatore più completo. Ho 23 anni e quello che desidero è progredire, giocare, imparare dai migliori e continuare a fare una buona carriera“.

Il mio desiderio è trionfare nel Real Madrid. Ma lì ci sono grandissimi giocatori e io quello che desidero è giocare e sentirmi importante. L’anno prossimo giocherò nella squadra che mi darà più possibilità di farlo“, Alvaro ha voglia di giocare e sentirsi importante; Alvaro ha voglia di migliorare è diventare un grande campione; Alvaro vorrebbe il club nel quale è cresciuto, vorrebbe tornare nella sua Madrid ma c’è la concreta eventualità che Perez lo sottragga ai bianconeri esercitando la clausola per poi “spedirlo” in Inghilterra.

Caterina Autiero