Italia che non ha passato neanche la fase a gironi, Brasile squarciato in due in semifinale dai tedeschi, Olanda che perde ai rigori e si trova a contendersi il terzo posto proprio contro quei padroni di casa ormai delusi e scoraggiati. Ogni nazione ha qualcosa da rimpiangere, qualcosa di tecnico da migliorare, qualche “figuraccia” da recuperare, ma ormai, almeno per questo Mondiale agli sgoccioli, i giochi sono fatti e domenica, per la finale, vedremo scendere in campo Argentina e Germania a contendersi la tanto ambita coppa dorata.
E se per caso, tanto per lanciare un pronostico, i tempi regolamentari e quelli supplementari finissero a reti inviolate? E se per caso si dovesse chiudere Brasile 2014 con i tanto odiati calci di rigore? Beh, può darsi che Sergio Romero non avrebbe di che lamentarsi. A Buenos Aires, il portiere argentino è infatti l’eroe del momento, colui che, con le sue parate-prodezze (anche se il dubbio su una di queste resterà indelebile nella mente degli olandesi sconfitti) ha trascinato la Nazionale sudamericana in finale. Media, social network e tifosi ne parlano con tanta ammirazione… e non mancano certo i commenti divertenti che riguardano proprio l’estremo difensore della Sampdoria, tanto che è stato creato perfino un hashtag in suo onore: #ElPapelitoDeRomero. Che ha combinato “el gato” Romero in semifinale? Ha parato due rigori, e fin qui ci siamo. Quello che forse è sfuggito ai tanti che guardavano il match è il bigliettino che il portierone ha tirato fuori e letto sui guantoni prima del fischio arbitrale.
I più maliziosi hanno civettato che il giocatore argentino si fosse appuntato le caratteristiche dei rigoristi dell’Olanda, e le abbia così ripassate, forse per un difetto di memoria corta o forse per la tensione dovuta all’importante incontro. Romero però non conferma: i foglietti “non avevano nomi, né altro. Era qualcosa di personale, qualcosa che mi fa molto bene e mi sta aiutando“, ha commentato, precisando che i papelitos da lui sbirciati prima dei rigori non avevano quindi i nomi degli olandesi pronti a calciare. Allora? Che ci sarà stato scritto? Qualche preghiera? Beh, se con la Germania si dovesse ripresentare l’occasione, vedremo cosa saprà fare il nuovo idolo made in Buenos Aires…
Eleonora Tesconi