Alla fine Jorge Luìs Pinto potrà dire di essere uscito imbattuto ai quarti di finale, cosa che per una squadra come la Costa Rica, prima cenerentola e poi rivelazione della competizione iridata, non è davvero niente male. I Ticos escono dunque a testa alta, ai rigori, dopo uno 0-0 difeso con le unghie e con i denti dall’arrembaggio olandese, abbattutosi come una furia sulla compagine costaricana alla ricerca disperata del passaggio in semifinale.
La partita prende sin dall’inizio la piega che in molti si aspettavano: il 3-4-3 olandese di Van Gaal colpisce più di una volta, cercando di perforare la difesa di una squadra tutta rintanata nella propria metà campo, il cui principale obiettivo sembra essere quello di non prendere reti e chissà, se capita, ripartire in contropiede. Ciò che è sicuro è che Pinto dovrà erigere una statua per il suo portiere, Keylor Navas, protagonista di interventi decisivi su Sneijder e Van Persie. Il messaggio dell’estremo difensore è chiaro: da qui non si passa, e così l’assedio degli Orange continua ad oltranza, condito anche da un po’ di sfortuna. Profonda è la disperazione dei tifosi olandesi dopo il palo di Sneijder e la traversa colpita da Van Persie: la porta pare essere stregata. La Costa Rica sembra infatti tosta e non vuole mollare e come se non bastasse ci si mettono anche i legni a negare il gol agli attaccanti.
Con il tabellino fisso sullo 0-0 si va ai rigori e qui va in scena una delle scelte tanto singolari quanto più azzeccate di questo Mondiale. Van Gaal decide infatti di sostituire il portiere titolare Cillesen per inserire Tim Krul, portiere del Newcastle considerato uno specialista para rigori. E alla fine il tecnico olandese ha ragione: Krul para 2 rigori su 5, sbagliano Ruiz e Umana. E’ grande festa Orange: gli olandesi raggiungono l’Argentina, in semifinale, proprio come molti avevano previsto.
Claudia Rosco