“Sono Mario Balotelli ho 23 anni e non ho scelto di essere italiano. L’ho voluto fortemente perché sono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA. Ci tenevo fortemente a questo mondiale e sono triste arrabbiato deluso con me stesso . Si magari potevo fare gol con la Costa Rica avete ragione ma poi? Poi qual è il problema? Forse quello che vorreste dire tutti è questo? La colpa non la faccio scaricare a me solo questa volta perché Mario Balotelli ha dato tutto per la Nazionale e non ha sbagliato niente (a livello caratteriale) quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo Paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro “fratello”. MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?”
Mario Balotelli, con un duro messaggio su Instagram, risponde alle tante accuse piovutegli addosso dopo lo scarso rendimento di ieri pomeriggio contro l’Uruguay. Tutta colpa di Mario? In questo momento pare proprio di sì: qualsiasi quotidiano o trasmissione televisiva lo indica come simbolo della disfatta azzurra. Ma lui non ci sta a farsi carico di tutte le responsabilità. Poco importa se i maggiori rimproveri arrivano da due come Buffon e De Rossi e poco importa se lo stesso Prandelli lo ha più volte ripreso duramente per la prestazione scialba di ieri sera. Mario non ci pensa proprio a diventare il capro espiatorio di questa disfatta.
Il caso ormai è esploso ma è anche giusto lasciar spazio ad ulteriori riflessioni. Le parole di ieri di Gigi Buffon, che ha parlato di “vecchi” che tirano la carretta mentre gli altri non ci sono e di Daniele De Rossi, secondo cui l’Italia non ha bisogno di figurine o personaggi ma di uomini veri, suonano come un’amara constatazione che qualcosa all’interno dello spogliatoio non ha funzionato. Prandelli ha voluto costruire una nazionale intorno a Balotelli, non calcolando però che quel giocatore dalle doti spiccate e dal talento ineccepibile non è ancora in possesso di quelle caratteristiche da leader in grado di caricarsi la squadra sulle spalle. Forse era questo che si aspettavano i veterani azzurri? Sicuramente, le aspettative nei suoi confronti erano parecchio alte e la triste visione di un giocatore spento e quasi inerme in una partita cruciale come quella di ieri, a Buffon, Pirlo e De Rossi, abituati a dare tutto alla causa azzurra, deve essere sembrata una pugnalata alle spalle.
Il discorso di Pirlo alla squadra è la dimostrazione che lo zoccolo duro della nostra nazionale c’è e in casi come questo sa fare la voce grossa. D’altronde, certe critiche possono essere utili e costruttive per un gruppo, come probabilmente lo sono in questo caso, ma la storia ci insegna che è davvero difficile per Mario Balotelli provare ad accettarne una. Davanti alle telecamere ha sempre dimostrato un atteggiamento quasi ostile a qualsiasi tipo di giudizio sul suo rendimento in campo. E questo, si sa, non aiuta decisamente a farsi amare dai tifosi. Se a questo aggiungiamo un atteggiamento da super star, uno sfoggio illimitato del lusso e un apporto molto scarso in partite importantissime come quelle di un Mondiale, il gioco è fatto: tutti odiano Balotelli e i suoi compagni lo contestano.
Ed è proprio qui che entra in gioco la questione razzismo. Buffon e De Rossi hanno parlato di giocatori che non hanno dato tutto per la maglia azzurra. Dunque che attinenza ha il fatto che Balotelli sia di colore e spesso vittima di razzismo? Non sarà che Super Mario a volte si celi dietro la scusa dell’ostilità di alcuni tifosi razzisti per non ammettere i propri errori? È vero, gli stupidi che non lo considerano italiano ci sono, ma perché tirare fuori questa storia adesso, per l’ennesima volta?
Noi tutti sappiamo che se siamo fuori dal Mondiale la colpa non è solo e soltanto di Balotelli, ma qualche errore il milanista deve averlo pur commesso per giocare così male. Saranno state le distrazioni della sua fidanzata Fanny? Saranno stati i social network, dove l’attaccante si è dimostrato scatenatissimo, molto più che sul campo? Di certo, la proposta di matrimonio “social” alla sua fidanzata è sembrata ad alcuni abbastanza inopportuna, data la situazione di massima concentrazione in cui si trovava la squadra in ritiro. Però Super Mario è fatto così: tanti eccessi e poca autocritica e adesso ci ritroviamo purtroppo a rimpiangere i campioni di una volta, grandi esempi di umiltà, dedizione e sacrifici, di cui attualmente son rimasti in pochi. Sempre gli stessi. A questo punto il futuro della nazionale non è mai sembrato così incerto.
Claudia Rosco