MONDIALI 2014 – Dopo Prandelli, bye bye Zaccheroni: il ct italiano lascia la nazionale giapponese

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“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”… Diceva così John Belushi in una famosa scena del film Animal House (John Landis, 1978). Peccato che, nella realtà, questa citazione non trovi fondamento alcuno. Nel calcio, in primis. E allora perché non trasformarla in una cosa del tipo: “Quando il gioco si fa duro… i ct cominciano ad andarsene”. Prima, le dimissioni rassegnate dall’azzurro Cesare Prandelli dopo il match flop dell’Italia contro l’Uruguay, ivi comprese tutte le polemiche e il non necessario gossip postumo: tra società imbizzarrita, giocatori “vecchi” vs giocatori “nuovi”, Balotelli che si fa la cresta bionda indi per cui “non gliene frega del Mondiale perso”, triangolo amoroso tra Buffon & co., morsi di Suarez e compagnia bella. Poi, un altro addio italiano alla “nazionale”, non la nostra (perché il nostro, appunto, può andarsene una volta sola).

Dall’altra parte del mondo, in Giappone, Alberto Zaccheroni, ex allenatore di Milan, Juve, Inter e Torino, alla panchina del Sol Levante dal 2010 dopo l’uscita di Takeshi Okada, si è dimesso dalla carica di ct della nazionale nipponica. Secondo la fonte ufficiale, quella dell’agenzia giapponese Kyodo, le dimissioni sono arrivate – come scrive l’ANSA – all’indomani dell’eliminazione dei Samurai dai Mondiali: un solo punto in tre partite giocate. Brutta fine, e niente qualificazione agli ottavi, come per l’Italia. Zac, molto apprezzato in territorio orientale per i suoi modi garbati e per i successi ottenuti in questi quattro anni (primo allenatore tricolore a vincere un trofeo internazionale alla guida di una selezione straniera, la Coppa Asia) ha deciso di assumersi tutte le responsabilità per questa sconfitta della nazionale del Sol Levante: “Ci tenevo molto a portare il Giappone agli ottavi, sono molto deluso per l’eliminazione. Ho scelto io la squadra e il modulo con cui giocare. Mi assumo tutte le responsabilità”. Insomma, italiani e nipponici, adesso, hanno in comune una cosa: allenatore che va, allenatore che viene. Chi saranno i prossimi ct a impossessarsi delle panchine flagellate e abbandonate?

Eleonora Tesconi