Il calcio d’inizio dei Mondiali 2014 si avvicina, e le tifoserie (dalle tribune brasiliane, dalle poltrone di casa o dai maxischermi allestisti in piazza) supporteranno con gran calore le loro nazioni schierate in campo. Tra ansia che sopraggiunge, formazioni che si delineano, allenamenti sfrenati e voglia di portarsi a casa l’ambito trofeo, c’è qualcuno (o qualcosa) che non si è lasciato scappare l’occasione di “giocare al gatto e al topo”, come si suol dire. Il “guastafeste” in questione, udite udite, in realtà non è che un drone, uno di quei velivoli super tecnologici che svolazzano nel cielo senza pilota, utilizzati nello spionaggio militare. Non solo nella storia, non solo nel cinema, ora anche nel calcio ecco comparire il binomio spia-spiato.
La spia, un drone senza conducente che non si sa da dove sia venuto e chi l’abbia mandato. Lo spiato, la nazionale francese, sbarcata da poco più di 24 ore nel ritiro di Ribeirao Preto, nell’interno dello stato di San Paolo. L’allenamento della rosa capeggiata dal ct Didier Deschamps è stato infatti disturbato dall’arrivo del velivolo “sospetto”, suscitando alcune battute scherzose e qualche perplessità. Dubbiosi, lo staff tecnico e lo stesso mister dei Bleus, che sembra intenzionato a chiedere spiegazioni su quanto accaduto, anche per preservare “il silenzio stampa” sui prossimi allenamenti, che si svolgeranno comunque a porte chiuse. Insomma, ad aprire il siparietto mondiale, un episodio ilare che ha suscitato non pochi commenti e vignette tra gli internauti. Persino un concorso a ipotesi sulla provenienza del drone, una più bizzarra dell’altra. E qualche quesito, anche da parte nostra, è d’obbligo. Chi avrà mai mandato questo drone spione? Chi vorrà conoscere i segreti della nazione di Hollande? Quali mirabolanti prodezze potranno mai mettere in pratica i giocatori francesi che noi italiani non saremmo in grado di fare? Che qualcuno dia delle risposte alla Francia spiata…
Eleonora Tesconi