Moise Kean è il classico giocatore che solo a guardarlo pensi: “è un predestinato”.

Uno che unisce prestanza fisica e belle giocate, il  classico numero 9 che può far la differenza nel club in cui gioca e in Nazionale.

Oggi invece Kean viene da uno stagione deludente, forse la peggiore della sua carriera, con la maglia della Juventus; le partite dell’Italia nemmeno le gioca,  le guarda comodamente da casa.

Nonostante questo c’è chi ancora crede nelle sue capacità considerando che, a soli 24 anni, avrebbe tutto il tempo per rilanciarsi. 

L’occasione forse è quella che gli si sta presentando davanti: la Juventus lo ha ceduto pochi giorni fa alla Fiorentina, fortemente voluto dal nuovo tecnico Raffaele Palladino che intende costruire proprio intorno a lui il nuovo attacco della Viola. 

I PRIMI PASSI NEL CALCIO E L’ESPLOSIONE ALLA JUVENTUS 

Moise Kean nasce a Vercelli il 28 febbraio del 2000 ma, dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce ad Asti dove inizia a tirare i primi calci al pallone all’oratorio Don Bosco.

Con il fratello approda alle giovanili dell’Asti per poi passare a quelle del Torino fino al 2010 quando, complice una spinta dello zio, passa dall’altro lato del tifo cittadino e arriva alla Juventus. 

È con i bianconeri che Kean si mette in mostra e, sotto la guida di Fabio Grosso, arriva a giocarsi lo scudetto con la Primavera nel 2016.

Grazie a Massimiliano Allegri, il 19 novembre dello stesso anno fa il suo esordio in Serie A a soli 16 anni e 9 mesi. Quando inizia ad aggregarsi alla prima squadra molti lo accostano a Mario Balotelli perchè Kean ha velocità, fisico e tecnica che non possono passare inosservati.

Poi qualcosa si rompe.

Kean spesso arriva in ritardo agli allenamenti, non solo della Juve ma anche della Nazionale Under 19.

Queste sue “bravate” gli costano mancate convocazioni in prima squadra e multe, nonché l’appellattivo di “testa calda”, proprio come Balotelli. 

I RECORD 

Aldilà delle sue ragazzate, è difficile non definire predestinato un ragazzo che a soli 17 anni diventa il primo classe 2000 a segnare un gol in Serie A.

Il tutto con la maglia della Juventus su assist di Miralem Pjanic contro il Bologna.

Kean era già stato il primo calciatore del nuovo millennio a giocare in Serie A e nei maggiori campionati europei,  il primo a giocare in Champions League.

Un inizio di carriera da record insomma che prometteva bene se non benissimo. 

LE ESPERIENZE ALL’ESTERO E IL RITORNO POCO FORTUNATO ALLA JUVE 

La Juventus lo invia in prestito al Verona, ma nel 2018 ritorna a Torino e contribuisce alla conquista dello Scudetto segnando sei gol, incluso quello decisivo contro il Milan.

Nonostante questo, in modo alquanto sorprendente, i bianconeri decidono di cederlo definitivamente all’Everton, che lo acquista per 27,5 milioni di euro più bonus.

L’esperienza di Kean in Premier League non è positiva, tanto che i Toffees lo mandano in prestito al PSG: qui diventa il più giovane giocatore italiano a segnare in Champions League, superando il record di Alessandro Del Piero.

In Francia forse vive la migliore stagione della sua carriera, realizzando 17 gol in tutte le competizioni.

Tuttavia, ciò non è sufficiente per rimanere a Parigi. La Juve decide di riportare Kean a casa, stipulando un prestito biennale con obbligo di riscatto a 28 milioni di euro dall’Everton.

Purtroppo, il suo secondo capitolo in bianconero non è altrettanto fortunato: nell’ultima stagione, l’attaccante non è riuscito a trovare la via del gol, né in campionato né in Coppa Italia.

A gennaio, la Juventus aveva già provato a cedere Kean all’Atletico Madrid: il trasferimento era saltato a causa di un problema alla tibia, poi risolto.

Persino Allegri, che per primo ha creduto in lui, non riesce a fare più affidamento sull’attaccante bianconero e non lo schiera mai titolare portando così alla sua lenta, ma inevitabile, esclusione dal progetto juventino. 

LA RINASCITA A FIRENZE 

 

Ora Kean ha la grande possibilità di rilanciarsi anche in Italia grazie alla Fiorentina a cui la Juve lo ha ceduto per 13 milioni di euro più 5 di bonus.

Sicuramente un investimento importante per un giocatore che, nella stagione 2023-24, ha collezionato solo 19 presenze per un totale di 661’.

Considerando la penuria di numeri 9 italiani, se Moise Kean dovesse fare bene con Palladino potrebbe davvero tornare a dire la sua e, perché no, essere convocato anche dal ct della Nazionale italiana. 

 

Marta Salmoiraghi