Anche in casa l’Inter, contro il Barcellona, si è ritrovata davanti ad un ridimensionamento inevitabile. Ridimensionamento che però, sul finale, grazie al solito Mauro Icardi è stato meno preponderante di quanto sembrasse, e la piccola Inter recupera il grande Barca.
Una mischia, può andare il capitano, carica il destro e il tiro, è gol…
E’ gol. Icardi sul tabellone, San Siro esplode e l’Inter pure. La qualificazione sembra più vicina e gli animi si rinvigoriscono. Un pareggio in rimonta contro i blaugrana non può che dar fiducia, anche e soprattutto in ottica campionato. Ad attendere Spalletti e gruppo, Gasperini e l’Atalanta. Da nerazzurro a nerazzurro lombardo, un mezzo derby territoriale che non fa dormire sogni del tutto tranquilli.
I memoriali infatti raccontano un campo ostico e mai scontato; il calendario riporta a galla un Atalanta-Inter giocato sempre l’11 novembre, di cinque anni fa. Stramaccioni sulla panchina e anche in quel caso l’Inter si presentava a casa della Dea con sette vittorie consecutive. Quello fu un match peculiare, a Bonaventura e Denis risposero invano Guarin e Palacio finì 3-2 per i bergamaschi, ma quello che fece più discutere fu l’arbitraggio parecchio discusso. A partire da un rigore in apertura al match, che i nerazzurri milanesi ancora recriminano, non dato su Palacio colpito al volto e al contrario invece quello generosamente concesso ai nerazzurri bergamaschi su una simulazione di Moralez che, tra l’altro, era partito in posizione di fuorigioco.
Rispolverando gli stessi memoriali si nota quanto sia cambiata l’Inter; quello, il primo anno fuori dalla Champions, fu l’inizio di una turbolenta avventura che, ad oggi però per fortuna sembra essere lontana anni luce.
Questo Spalletti lo sa, e non a caso, parla spesso di consapevolezze che non vanno confuse con l’arroganza, ecco perché malgrado oggi l’Inter abbia risolto gran parte dei problemi relativi alla rosa e i momenti di emergenza come l’assenza di Nainggolan li vive le sfide con maggior serenità, non bisogna tralasciare dettaglio alcuno.
E proprio Nainggolan è colui che schiereremmo noi di gdt; però il belga è destinato a rimanere in panchina per evitare di correre ulteriori rischi dopo quelli già corsi martedì. Al suo posto il portoghese Joao Mario che sia con la Lazio, ancor più contro il Genoa con tre assist e un gol, ha fatto molto bene.
Ma partiamo dal basso e tra i pali il solito Handanovic che pare essere rivitalizzato dall’Europa e di recente sta facendo molto bene. Davanti allo sloveno la coppia difensiva centrale Skriniar e De Vrij, supportati dagli esterni D’Ambrosio a destra e Asamoah a sinistra. In mediana Brozovic a destra e Gagliardini a sinistra. Davanti, malgrado si possa scegliere di far rifiatare entrambi gli esterni d’attacco, in panchina ne rimane soltanto uno ed è Matteo Politano a favore di Antonio Candreva, al centro Joao Mario, mentre a sinistra confermato Perisic. Prima punta senza rischi, il solito Mauro Icardi.
4-2-3-1 – Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, De Vrij, Asamoah; Gagliardini, Brozovic; Candreva, Joao Mario; Perisic; Icardi
Egle Patanè