Milan, profondo rosso-umore nero. Intervista a Pietro Balzano Prota: con il Direttore di Radio Rossonera analizziamo la crisi della squadra di Giampaolo

Il Milan gioca male, perde partite e mette gli allenatori in bilico. Sembra una costante degli ultimi anni: cosa davvero non va in questo club una volta glorioso? Con il Direttore di Radio Rossonera analizziamo i vari problemi che attanagliano i meneghini

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Soltanto 6 punti in classifica in 6 partite. Il popolo rossonero deluso. Un altro tecnico traballante…

Questo è il quadro del Milan.

Una squadra giovane a partire dalla dirigenza (Boban e Maldini che seppur hanno fatto respirare ai milanisti i fasti di un tempo, sono comunque alle prime armi nel ruolo di dirigenti), un progetto nuovo, una nuova impostazione tattica che nei fatti non trova riscontro.

Il Milan sta vivendo l’ennesimo momento no che si rispecchia nei numeri: 4 sconfitte, secondo peggior attacco della Serie A e tutto e tutti nuovamente in discussione.

Analizziamo questa nuova crisi rossonera con Pietro Balzano Prota, il Direttore editoriale di Radio Rossonera.

pietro balzano prota radio rossonera

Appena 6 punti in 6 giornate: era prevedibile un avvio così?

Un avvio così non era nè prevedibile nè tantomeno contemplabile. Parliamo di due vittorie e quattro sconfitte ma il problema non risiede tanto nei numeri quanto nelle risposte del campo, soprattutto contro la Fiorentina dove registriamo un Milan senza orgoglio, debole mentalmente e privo d’identità.

Questa posizione in classifica e questo andamento, a tuo avviso, cosa rispecchiano in questo momento?

L’andamento e la classifica rispecchiano problematiche che ci sono a più livelli.
Dalla dirigenza -giovane e alla prima esperienza-, all’allenatore fino alla squadra che è una rosa giovane che fatica a reggere le pressioni.

Non c’è una guida, non c’è una leadership…a nessun livello: nè dirigenziale, nè tecnico e nemmeno in campo.

Oggi il Milan è figlio di una programmazione che ha sottovalutato determinati aspetti molto importanti.

Prota

Oltre a limiti di gioco, infatti, sembra che in rosa (che ricordiamo essere molto giovane) manchi un vero leader, uno capace di caricarsi la squadra e capace di farla uscire dalla paura e l’annebbiamento?

Manca sia un leader carismatico che un leader tecnico e questa assenza la paghi vedendo una squadra di ventenni essere presa metaforicamente a schiaffoni dalla Fiorentina in casa, senza avere la forza mentale e psicologica per reagire.

Lo ha ammesso lo stesso Maldini ma, forse, bisognava pensarci quando si chiedeva al mercato di portare esperienza all’interno della rosa.

A.C. Milan- Stagione 2019-2020 – Serie A – Hellas Verona vs AC Milan

Inevitabilmente Giampaolo finisce sulla graticola. A tuo avviso cambiare (ancora una volta) guida tecnica sarebbe la giusta soluzione? Se si, chi vedresti idoneo a raccogliere tale eredità?

Nel calcio paga sempre l’allenatore (giusto o sbagliato che sia). Giampaolo in questo momento è in difficoltà e in confusione.
C’è da dire che quando si punta su uno come lui e si sposa la sua idea di calcio vanno presi giocatori funzionali.

Se dovesse saltare, io credo che l’uomo giusto potrebbe essere Spalletti soprattutto per la capacità di incidere sullo spogliatoio.

Di certo, essere, dopo appena sei giornate, valutare un cambio di guida tecnica, denota grosse problematiche.

Credi che, in generale, il Milan, in quanto nuovo progetto, abbia bisogno di tempo (che una piazza abituata ai fasti non riesce a dare) o che ci sia, di base, un errore nella costruzione del nuovo progetto?

Il tempo è un alleato quando si è sulla strada giusta: siamo certi che il Milan sia sulla retta via? … Parlo a livello globale dove una proprietà, essendo un fondo, ha giustamene, anche altri interessi; dove la dirigenza ha faticato a dare a Giampaolo la squadra ideale per la sua idea di gioco… siamo sicuri che il tecnico sia la persona giusta proprio in considerazione delle tempistiche?

Uno sguardo alle cose positive: c’è qualcuno o qualcosa che salvi?

Premetto che non mi piace salvare un singolo perchè in questo momento i problemi sono diffusi ed è riduttivo concentrarsi sulle individualità.
In una situazione come questa i problemi sono tanti ma sarebbe controproducente fare la caccia al colpevole.

Donnarumma Milan
fonte immagine: Getty

Detto ciò, è indubbio che Leao con la sua “sfacciataggine” sta dimostrando di essere un potenziale ottimo giocatore e poi non si può non “salvare” Donnarumma che, nonostante l’errore contro il Torino, sta cercando di tenere su la baracca.

Secondo peggior attacco della Serie A: la squadra non aiuta il Pistolero Piatek o il polacco non è più il cecchino che aveva impressionato tutti la scorsa stagione?

Di certo Piatek non è l’attaccante che abbiamo ammirato la scorsa stagione, anzi, stiamo vedendo un attaccante che sbaglia anche le cose più semplici: non mi riferisco solo alle reti o alle occasioni quanto ai movimenti, alle giocate semplici…

Credo ci sia un problema psicologico e non vorrei che derivi dal non avere affinità con l’allenatore (che in passato ha puntato su attaccanti con caratteristiche diverse) e la sua impostazione…

Resta il fatto che ad oggi è un Piatek irriconoscibile e ciò rappresenta un problema.

Piatek Milan
(Photo by Nicolò Campo/LightRocket via Getty Images)

Giampaolo-Suso e la posizione tattica da esterno a trequartista: cosa non è andato?

Suso è il nome che fa discutere maggiormante la piazza: la maggior parte dei tifosi identifica in lui il colpevole maggiore ma io credo che Suso sia UN problema (perchè non sta contribuendo come ci si aspetterebbe da uno come lui) ma non IL prolbema. Non credo che togliendo Suso vengano automaticamente debellate tutte le altre problematiche…

suso
(getty images)

“Gioca male, perde partite, mette gli allenatori in bilico” questo è il riassunto di quel che si dice eppure sembra tutto un déjà-vu, una costante degli ultimi anni: cosa davvero non va in questo club una volta glorioso?

Ci vorrebbero ore per rispondere a questa domanda…
Non va la staffetta di proprietà e non va che queste puntino a riportare in alto il brand ma non la squadra: ma il brand torna in auge se la squadra va bene e invece il Milan vive continui cambiamenti. Ha vissuto il tragico anno dei cinesi in cui è stata cambiata tutta la squadra investendo tanti soldi, poi c’è stato Elliot prima con il progetto Leonardo e ora con Boban e Maldini… la sensazione è che bisognerebbe davvero interrogarsi su come migliorare questa squadra… e serve davvero un lavoro profondo e importante.

 

 

Caterina Autiero