Domani Milan e Juventus si affronteranno nell’anticipo serale della 32a giornata di campionato, ma prima di dar voce al terreno di gioco oggi a parlare sono stati i due tecnici durante la consueta conferenza stampa. Ritorna in quello che è stato il suo stadio per tre stagioni Allegri, che ha commentato così il periodo trascorso a Milano: “Sono stato tre anni al Milan. Oltre ai rapporti di lavoro, ci sono anche quelli personali. Che restano anche quando le avventure finiscono. Succederà anche quando lascerò la Juve. Sabato i valori si azzerano e dobbiamo fare una grande prestazione. L’obiettivo ora è chiaro ed è lo scudetto. Il Milan sarà pronto a dare battaglia e a metterci in difficoltà.
Chi domani non approderà al Meazza è Paulo Dybala. Le condizioni del giocatore stanno migliorando ma l’argentino non ha recuperato in tempo per la sfida e come ha sottolineato il suo mister: “è al primo infortunio della sua carriera e anche lui non si conosce molto bene.” L’altro giovane talento bianconero che ha imparato a farsi conoscere è Rugani e, stando alle dichiarazioni dell’allenatore toscano, potrebbe giocare dal primo minuto. Nessuna certezza arriva dalla bocca di Allegri per quanto riguarda la decisione della coppia titolare in attacco. Mandzukic e Morata sapranno solo poco prima del fischio d’inizio se saranno loro i prescelti dal tecnico, in alternativa è pronto Zaza, uno degli argomenti di conversazione durante la conferenza.
“Non ho parlato con lui del nervosismo in campo. Dobbiamo pensare solo a giocare e non pensare ad altro. L’arbitro fischia e decide, non dobbiamo pensarci“. Questo il commento dell’allenatore riguardo all’attaccante, che ha saputo mostrare quando è stato chiamato in causa la volontà di rendersi utile per il cammino della sua squadra verso il titolo. Un traguardo che secondo Allegri ancora non è stato raggiunto e fino all’ultimo turno di campionato, sarà necessario non perdere punti preziosi, cominciando da domani: “Tornerò in un posto dove ho trascorso tre anni meravigliosi. Negli ultimi due anni però mi sono trovato benissimo anche a Torino. E alla Juve dobbiamo ancora da fare molto e vincere lo scudetto. Nonostante quello che sento dire in giro. Non abbiamo ancora fatto niente. Non dobbiamo abbassare la guardia. La partita col Milan è importantissima, poi mancheranno sei gare. Dobbiamo fare una grande prestazione. Loro devono centrare l’Europa League e scatenare sul campo tutte le energie nervose dopo una settimana di ritiro. Noi dobbiamo pensare solo che la gara vale un pezzo di scudetto”.
Pensiero condiviso da una delle colonne portanti juventine, Andrea Barzagli, la colonna portante della difesa è intervenuto a Sky Sport dove ha apertamente dichiarato: “Vincere a Milano sarebbe un passo importante verso lo scudetto, anche perché mancherebbe una partita in meno e saremmo più vicini al traguardo”. Il difensore ha inoltre aggiunto: Qual è il nostro segreto? La qualità dei giocatori intanto e poi, ancor più importante, la mentalità che ti trasmette questo club, l’importanza dell’indossare questa maglia, la volontà di vincere ogni anno e di continuare a farlo”.
Chi domani vuole vincere a tutti i costi è il Milan e Mihajlovic ha ribadito alla stampa: “Abbiamo il dovere di arrivare almeno sesti e provare a vincere la Coppa Italia”. La sua grinta il tecnico serbo non l’ha mai persa neanche nei periodi più difficili, e oggi ha così riassunto la sua stagione in rossonero: “Non è divertente dal mio punto di vista perché non abbiamo trovato continuità. Questo anno al Milan l’ho vissuto come cinque da altre parti perché per trovare la soluzione giusta penso che le abbiamo provate tutte. A un certo punto pensavamo di aver svoltato e improvvisamente ci siamo persi.”
Da quando si è seduto sulla panchina milanista, è stato spesso al centro delle cronache sportive, convinte di un suo futuro lontano da Milanello, così a fornire la propria lettura riguardo la questione è stato il diretto interessato: “Come tutti gli allenatori del mondo sono giudicato dai risultati. Se facciamo schifo nelle prossime partite è giusto che mi mandino via, anche prima della finale. Fino a che sarò qui darò il massimo, ho la coscienza pulita e cerco di trasmettere tutto” . Il mister ha così continuato: “Quando le cose vanno male è giusto che si parli dell’allenatore e si prenda le responsabilità. L’ho sempre fatto. Non mi sento capro espiatorio, se non c’è lo spirito giusto sono io il primo colpevole. Se non riesco a farlo ho fallito”.
La responsabilità per il momento negativo se la sono presa anche i giocatori per voce del capitano Riccardo Montolivo: “Non abbiamo nessun imbarazzo nei confronti dell’allenatore. Io e miei compagni ci siamo sempre presi le responsabilità, con ogni allenatore. Non sono d’accordo se mi dite che il mister si prende tutte le responsabilità, anche i giocatori e la società lo hanno fatto, le colpe sono di tutti: in primi di noi giocatori”. Indipendentemente da cosa accadrà, tutti devono riconoscere a Mihajlovic la sua intuizione riguardo Gigi Donnarumma, lanciato da lui nelle vesti di titolare inamovibile in prima squadra e forse nel prossimo match potrebbe dare spazio a una “new-entry”, Locatelli: “Se non gioca Montolivo, giocherà lui. Non ho mai avuto problemi a rischiare i giovani, se vedo un giocatore che mi dà garanzie e prospettiva mi piace metterlo in campo. Ci può stare Locatelli, magari non è pronto ma al massimo è di grande prospettiva”.
Balotelli invece, di possibilità ne ha ricevuto ma potrebbe riservargliene un’altra il tecnico, regalandogli la chance per riscattarsi e se così sarà, dovrà mostrare il giusto atteggiamento perché per il suo allenatore, la sfida di domani ha una rilevanza particolare:”Incontriamo la Juventus nel nostro periodo più difficile, ma è una partita che vale per il campionato, per il prestigio, il morale e per ripagare un minimo i nostri tifosi per vivere il finale di stagione in maniera diversa. Rispetto molto la Juve per rabbia e voglia di vincere che mettono sempre in campo, sono da esempio per tutti. Sarà una partita difficile dove dovremo fare il nostro ricominciando a giocare come in quei mesi dove le cose andavano bene. Il ritiro ci è servito per confrontarci e per correggere gli errori. Spero che la squadra non sbagli atteggiamento”.
Dunque la storia dell’incontro di sabato sera a San Siro è ancora tutta da scrivere ed entrambe le formazioni vogliono esserne protagoniste.
Chiara Vernini