Il Milan frena in terra sarda. La squadra di Gattuso non riesce ad andare oltre il pari.
Pronti via, subito sotto: il Cagliari si impone con pressing e agressività e trova, gia’ al 4′, il gol del vantaggio.
I Rossoneri, nella ripresa entrano in campo con altro piglio. Non basta però la voglia e il primo gol stagionale di Higuain per ribaltare la gara.
La trasferta cagliaritana è stata il primo step di un filotto di impegni che potranno dirci dove può davvero arrivare questo Milan.
Se il Diavolo vuole tornare in alto deve cominciare a trovare continuità di risultati costruendo un importante filotto di vittorie: deve dimostrare di essere maturato ma a Cagliari si è vista solo tanta paura.
A livello tecnico la squadra sta crescendo ma è ferma sull’aspetto mentale
Gattuso definisce i primi venti minuti “imbarazzanti“, tant’è che nell’intervallo, si mormora avrebbe strigliato la squadra con un monologo molto duro.
Insomma, questo Milan pare abbia sembre bisogno di scossoni per rialzarsi.
Non è la prima volta che i Rossoneri sbagliano approccio alla gara salvo poi uscire nella ripresa.
Non è la prima volta che il tecnico rimprovera alla squadra l’atteggiamento sbagliato.
Gattuso prima e Maldini poi hanno ribadito che è la testa l’aspetto sul quale bisogna lavorare.
E’ un Milan troppo altalenante per ambire a stare ad alti livelli.
Higuain non basta, serve pazienza
E’ lui il trascinatore, il leader di una squadra giovane e acerba. Lo deve capire Gonzalo.
Lui è la luce e la guida di un gruppo che ha bisogno di crescere e maturare -al suo fianco e con il suo aiuto-: Higuian deve essere disposto a calarsi in questa parte, deve essere consapevole che se alla Juve era un tassello di un ingranaggio già collaudato, al Milan deve essere il perno di un assetto nuovo che ha bisogno di tempo.
Se alla Juve era circondato da giocatori formati, al Milan, gioca con giovani calciatori che non sono ancora riusciti a compiere il salto di qualità che nasce da una piena consapevolezza dei propri mezzi.
Tutta la squadra deve ambire ad avere la fame e il cinismo del Pipita, ma per farlo occorre prima diventare grandi, tutti insieme.
Caterina Autiero