Mi chiamo Francesco Totti
ANNO: 2020
REGIA: Alex Infascelli
Il capitano si è superato ancora una volta: il docufilm diretto da Infascelli che ripercorre la vita di Francesco Totti ha già incassato 660 mila euro: 55 mila spettatori in soli tre giorni tanto da convincere il mondo del cinema ad allungare la permanenza del film nelle sale.
Il regista Alex Infascelli è riuscito a creare un vero capolavoro, a raccontare la realtà.
La realtà di Francesco – timido ragazzo di Roma con un sogno – e di Totti, talento nato nella Lodigiani che ha conquistato tutti sul campo. Perché lo stesso protagonista lo sottolinea, in campo, quando indossa la maglia smette di essere Francesco e diventa Totti, con tutti i suoi pregi e difetti.
Il film ripercorre la vita e la carriera del 10 giallorosso.
Inizia tutto con gli amici a scuola, Francesco era il più piccolo ma il più forte:
“Facevamo questo gioco, paperelle, ci mettevamo in fila sugli scalini e camminavamo. Un bambino cercava di colpirli, io ero il più piccolo ma il più forte e il più preciso”.
Inizia a giocare alla Lodigiani e sia Roma che Lazio si interessano a lui. Francesco ha già deciso, “Se la mia famiglia mi avesse mandato alla Lazio avrei smesso di parlagli”. Dal 1989 vestirà i colori giallorossi fino al sofferto 28 maggio 2017 con il doloroso “addio” a Roma, a casa sua.
Nel film ripercorre il rapporto con gli allenatori: quello di amore e odio con Spalletti, prima amico e poi nelle ultime stagioni a Roma, durante l’ultima parte del film, diventa quasi un antagonista. Mazzone, l’allenatore romano e romanista, che ha aiutato tanto Francesco.
Parla dei compagni, dell’amore con Ilary, dei figli, degli amici di sempre e della famiglia.
L’inseparabile preparatore atletico, Vito Scala, che ha trascorso i 28 anni in giallorosso sempre al fianco di francesco nei momenti bui.
Momenti bui come l’infortunio di Totti durante Roma-Empoli nel febbraio 2006. Viene documentato tutto. Il momento, la determinazione, i sacrifici, perché Francesco ha continuato a lottare per tornare in campo, per vincere il Mondiale.
Il film è tanto, tanta storia, tanto calcio, tante emozioni. Come negli anni tutto cambia, il tifo che “prima era così”, più severo, violento e troppo appassionato, come cambia il calcio, più globale, commerciale, nessuno indosserà più la stessa maglia per così tanti anni.
Ma l’amore per Il Capitano non cambierà mai.
Se volete emozionarvi, se volete capire quanto costa essere Totti, se volete conoscere meglio Francesco, se volete capire come Francesco è diventato Totti allora correte al cinema.
Michela Asti