Home Rubriche Amarcord, il calcio del passato Mesut Özil, da eroe a capro espiatorio della nazionale tedesca

Mesut Özil, da eroe a capro espiatorio della nazionale tedesca

Nel 2023 è finita la carriera calcistica di Mesut Özil, uno dei trequartisti più eclettici del mondo del calcio, fusione perfetta tra la mentalità tedesca e la passione turca, piena di contraddizioni che hanno caratterizzato anche la sua permanenza nel mondo del calcio.

0

Per anni è stato uno dei giocatori tedeschi più pagati al mondo: Mesut Özil è sempre riuscito a far parlare di sé nel bene e nel male, dentro e fuori dal terreno di gioco.

Nonostante sia naturalizzato tedesco e la nazionale della Germania abbia spesso assunto i suoi connotati, Mesut Özil è innanzitutto un cittadino turco e più di una volta ha dimostrato di sentire fortemente le proprie origini. Spesso Özil si è esposto contro l’oppressione delle minoranze turche, attirando le antipatie di parte della tifoseria tedesca e internazionale. Queste antipatie sfoceranno in pesanti critiche a seguito dell’eliminazione della Germania dai Mondiali di Russia del 2018, dopo i quali Özil annuncerà il suo ritiro dalla nazionale tedesca.

Portavoce del popolo turco e della cultura musulmana in Europa, Özil ha fatto ancor più parlare di sé per le sue prodezze a centrocampo. Massimo interprete del ruolo di trequartista, che l’ha reso uno dei fantasisti più eclettici del calcio tedesco.
Mesut Özil cresce a Gelsenkirchen e in città ha due chiare alternative sul suo futuro sportivo: il muro giallo o i Königsblauen. Özil, sotto consiglio del padre, firma per questi ultimi, iniziando la sua carriera professionistica allo Schalke 04.

Özil Germania
Foto: Wikimedia Commons (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c1/Mesut_Özil%2C_Germany_national_football_team_%2803%29.jpg)

In realtà il salto di qualità avviene nel 2008 con l’ingaggio al Werder Brema. Con la maglia dei bianco-verdi Özil mette in mostra non solo le sue doti realizzative ma anche quelle di assist-man prolifico. In quegli anni il Werder Brema occupa le posizioni di alta classifica, mettendo in difficoltà Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Il Brema conquista inoltre la Coppa di Germania e se la gioca alla pari in Europa. Non ci vuole molto prima che Özil venga notato dal CT tedesco Löw che lo porta ai Mondiali in Sudafrica del 2010, dopo che Özil ha rinunciato a vestire la maglia della nazionale turca.

Nonostante la decisione di prendere il passaporto tedesco, Özil dirà spesso che la sua tecnica calcistica ha origini tutte turche. Il suo lato tedesco invece ha contribuito alla sua disciplina e mentalità in campo.
Il Real Madrid ne acquisisce il cartellino per soli 15 milioni di euro. Nelle tre stagioni con i Blancos Mesut Özil diventa uno dei beniamini della tifoseria, delle sue 27 reti molte arrivano in sfide decisive, per non parlare dei suoi assist.
Quando nel 2013 arriva all’Arsenal diventa l’acquisto più costoso nella storia dei Gunners ma non delude le aspettative.

Foto: Wikimedia Commons (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/ed/Mesut_Özil_on_the_ball_5_%2816395667426%29.jpg)

Tra la moltitudine di gol con l’Arsenal, segnati in tutte le competizioni, Özil contribuisce alla conquista storica dei Mondiali 2014 in Brasile insieme alla Germania.
Con la maglia del club londinese non riuscirà mai a togliersi la soddisfazione di vincere il campionato, impresa con cui era riuscito invece a Madrid.
Dal 2018 la carriera di Özil subisce una parabola discendente, molti infortuni lo mettono ai margini della rosa dell’Arsenal. La disfatta della Germania in Russia ricade un po’ ingiustamente sulle sue spalle quindi prende le distanze definitivamente dal calcio tedesco.

L’avventura di Mesut Özil nel mondo del calcio forse non ha l’epilogo che avrebbe meritato. Torna in patria, in Turchia, ma i continui problemi fisici e gli attriti con l’allenatore del Fenerbahçe costringono Özil al ritiro dal calcio giocato nel 2023.
Un giocatore a tratti spigoloso ma con una visione di gioco senza eguali, il giusto mix tra la mentalità tedesca e la passione turca. 

Federica Vitali

Exit mobile version