Mercato allenatori, che fine ha fatto il “made in Italy”?

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Il campionato è finito e con l’assegnazione della Champions al Barcellona si può dire conclusa la stagione calcistica. Adesso a tenere alta l’attenzione dei tifosi sarà il calciomercato. Si prospetta un’estate movimentata non solo sul mercato dei giocatori, ma anche e soprattutto su quello delle panchine. Tanti gli allenatori in bilico, tante le squadre alla ricerca di una nuova guida tecnica. C’è chi è al lavoro per blindare il proprio allenatore c’è chi invece è alla ricerca della soluzione perfetta e magari nostrana. Si perché la “panchina italiana” è sempre stato marchio di qualità, esportato con successo anche all’estero. Basta guardare i campionati e le coppe vinte da gente come Capello, Lippi, Ancelotti, solo per citarne alcuni, gli esempi non mancano, pronti ad approfittare di una situazione delicata di un collega per rilanciarsi in qualche piazza del calcio che conta. Eppure l’elenco dei “disoccupati” in questa prima settimana di giugno ci lascia quantomeno perplessi.

Prandelli, Spalletti, Mazzarri, Donadoni e Di Matteo. Grandi nomi alla ricerca di una panchina. Disoccupati di lusso, nonostante i loro curriculum eccellenti, a cui presto si potrebbe aggiungere anche quello di Vincenzo Montella. È atteso oggi il “dentro-fuori” con la Fiorentina e i segnali sono tutt’altro che positivi. Ma andiamo con ordine, iniziando da Prandelli. Partito da Parma e Fiorentina giunge poi alla guida della Nazionale, passando per una parentesi poco proficua al Galatasaray. Ma per adesso, nessuna chiamata. Così come per Mazzarri, nonostante la salvezza con la Reggina, la storica la qualificazione ai preliminari di Champions con la Sampdoria e poi la consacrazione con il Napoli, fino ad arrivare alla panchina dell’Inter dove i risultati però non arrivano.

Discorso diverso per Donadoni, che ha rischiato di arrivare impreparato alla guida della Nazionale. Giunge così a Parma, dove ha dimostrato di essere un allenatore con la A maiuscola. In un ambiente a dir poco complicato, ha affrontato problemi che col campo avevano ben poco da spartire, uscendone da grande uomo.

Curriculum di tutto rispetto anche per Roberto Di Matteo, con una Champions splendente in bacheca conquistata alla guida del Chelsea. Non si capisce perché non c’è mai stato posto su una panchina italiana.

E Spalletti? L’avventura con lo Zenit lo ha portato lontano dall’Europa e non stiamo parlando solo geograficamente. Libero da una anno, è ancora in attesa della chiamata per tornare protagonista nel continente europeo e perché no, anche in Italia, magari alla guida di Roma o Napoli che lo stanno corteggiando. Staremo a vedere.

Ultimo disoccupato eccellente è Carlo Ancelotti. Esonerato dal Real Madrid nonostante la grande stagione disputata, ha deciso di prendersi un anno di riposo per motivi di salute e tornerà alla grande per affrontare nuove sfide e vince ancora.

C’è chi è in attesa della “chiamata” e chi invece può dormire sonni tranquilli. È il caso di Inter, Lazio e Juventus. Allegri si è conquistato sul campo la fiducia di ambiente, società e tifosi della Juventus e sicuramente rimarrà al suo posto anche per la stagione a venire. La rivelazione di quest’anno, Stefano Pioli, tecnico della Lazio, può godere di altrettanta fiducia. Segno che, il “made in Italy” sta tornando alla ribalta.

Barbara Roviello Ghiringhelli