Per Mauro Tassotti un’avventura rossonera durata 36 anni, dalla prima squadra al ruolo di viceallenatore è stato un pezzo di storia del Milan fino al 2017.
Quando è arrivato al Milan, Tassotti era un difensore molto duro cresciuto nella Lazio, dove appena diciottenne si era subito confermato tra i titolari. Un marcatore di professione con poca tecnica, che l’allenatore Niels Liedholm ha trasformato in un giocatore raffinato.
Il definitivo salto di qualità per Mauro Tassotti però coincide con l’arrivo di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera.
Il tecnico italiano rivoluziona il concetto di difesa e Tassotti inizia a giocare a zona, adattandosi alla perfezione al ruolo di terzino supportando l’azione offensiva. Prima con Sacchi e poi con Fabio Capello, sono gli anni gloriosi del Milan. I rossoneri possono vantare una delle difese più forti d’Europa: Baresi, Maldini, Costacurta e Tassotti. Dal Milan degli “Immortali” a quello degli “Invincibili”.
Oltre ai due Scudetti, Tassotti in rossonero conquista due Coppe dei Campioni e una Champions League, che alza da capitano. Nonostante le sue prestazioni convincenti, ci vuole un po’ per farlo arrivare tra le file della Nazionale.
Tassotti indossa per la prima volta la maglia azzurra a trentadue anni, diventando uno degli esordienti più anziani nella storia dell’Italia.
Complice l’arrivo di Arrigo Sacchi, che conosce bene il giocatore, Tassotti si guadagna la convocazione per i Mondiali del 1994. Un episodio duro ai danni di Luis Enrique gli costa numerosi turni di squalifica ma l’esperienza con l’Italia si chiude prima.
Tassotti si ritira dal calcio giocato a 37 anni, un’età che oggi ci sembra piuttosto precoce, ma il suo nome resta legato indissolubilmente al Milan. Inizia come tecnico del settore giovanile fino ad attestarsi come vice-allenatore della prima squadra. In questo ruolo affianca personalità del calibro di Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri; alterna grandi conquiste a momenti difficili, in cui assume la temporanea gestione della squadra. Non sorprende che una personalità riservata come quella di Tassotti non abbia mai scelto la carriera di allenatore: ha sempre preferito il duro lavoro alle luci della ribalta.
Nel 2015, con l’arrivo di Mihajlovic in panchina, Tassotti lascia il ruolo di vice e si dedica alla crescita dei giovani talenti del vivaio rossonero. Solo nel 2017 decide di lasciare quel Milan che gli ha dato tanto, nei momenti migliori e in quelli peggiori, come la tragica e prematura dipartita di sua moglie Antonella.
Ad oggi Tassotti ricopre il ruolo di presidente della federazione calcistica dell’Ucraina, realtà a cui è stato introdotto dal suo ex compagno Andrij Shevchenko.
Federica Vitali