Maurizio Sarri attapirato e… querelato!

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Le polemiche sul caso Sarri-Mancini sembrano proprio non finire, tanto da approdare in un’aula di giustizia. Al tecnico del Napoli, infatti, è arrivata una denuncia-querela dalla Democrazia Cristiana, querela presentata oggi al Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, secondo quanto riportato da Adnkronos.

“Ho detto la prima offesa che mi è venuta in mente, gli avrei potuto dire sei un democristiano”. Ed è stata proprio questa frase pronunciata da Maurizio Sarri in conferenza stampa nel post partita di Napoli-Inter a far scattare la denuncia da parte della Dc che tramite l’esposto a firma di Alberto Alessi, segretario nazionale della ‘Democrazia Cristiana Nuova’, si è così pronunciata: “La decisione di querelare Sarri per le sue parole sulla Democrazia cristiana non è un fatto personale. Ma intendo difendere i valori della Democrazia cristiana e di uomini come Sturzo, De Gasperi e non ultimo mio padre”.

Dalla querela al più ironico tapiro d’oro. Nella serata di ieri, infatti, Sarri ha avuto “l’onore” di ricevere da Valerio Staffelli di Striscia La Notizia la famosa statuetta. In un simpatico siparietto con l’inviato di Mediaset, l’allenatore del Napoli ha così parlato: “È stata una normale litigata da stress di fine partita, in un momento concitato e ci siamo presi. Ho chiesto scusa a Mancini appena l’ho visto nello spogliatoio. Non accetto accuse di omofobia, la mia storia parla d’altro  […] L’ultima cosa che voglio è continuare questa discussione con Mancini perché devo pensare alla mia squadra e già il tempo mi manca. A me in campo è stato detto più volte ‘napoletano di merda’, perché sono nato a Napoli, ma non ho mai riportato. Noi siamo abituati, in parecchi stadi qualcosa di razzista ci viene detto”.

Il tecnico ha poi ammesso di essere una persona particolarmente accesa in campo: “La prossima volta gli dirò ‘biondo’. La prossima volta, scherzi a parte, dovrò stare zitto. Ho la sensazione che ti rivedrò (a Valerio Staffelli)“. 

Insomma, non c’è pace per Sarri e la sensazione è che di questa storia si continuerà a parlare ancora per molto tempo.

Martina Giuliano

*Foto di cinquequotidiano.it