Bergamo: aria di casa per Mattia Caldara, nato proprio nel capoluogo lombardo il 5 maggio 1994.
Proprio con la maglia della amata squadra di Bergamo, quella Atalanta che tanto ammalia da qualche anno in Serie A, Mattia aveva attirato l’attenzione della Signora dei suoi sogni: la Juve.
Tanto che nel 2017 i bianconeri esaudiscono il desiderio del ragazzo e lo acquistano, pur lasciandolo ancora nelle esperte mani di Gasperini, il mago della difesa a 3 nella quale il giovane difensore si destreggia con padronanza.
È l’estate del 2018 quando finalmente Caldara arriva a Torino e conosce Chiellini, suo idolo da sempre. Ma per uno assurdo scherzo del destino Mattia resta alla Juve solo una manciata di settimane.
Diventa la vittima sacrificale di una complessa operazione di mercato che comporto il rientro di Bonucci in bianconero e il passaggio della stesso Caldara, più Higuain, al Milan. Con l’amaro in bocca, il bergamasco si sposta a Milano.
“Speravo un giorno di avere la possibilità di essere un calciatore della Juve, e invece…”.
E invece no, lì a Milano Mattia resta lontano dai suoi sogni e pure dal campo, dato che il mister rossonero Gattuso non lo vede nella difesa a 4. Il ragazzo non gioca nemmeno una gara in Serie A. È a quel punto, a partire da ottobre, che la sorte si accanisce contro il difensore.
Dapprima un guaio al tendine d’Achille che lo tiene fuori addirittura 8 mesi; ristabilitosi, il calciatore in allenamento avverte un movimento innaturale del ginocchio che porterà la rottura del legamento crociato.
Altro stop di almeno 6 mesi.
Il nome di Mattia Caldara quasi cade nel dimenticatoio. Lì, nella casa del Diavolo, giocare a calcio si trasforma preludi in un vero e proprio inferno. Il rischio di perdersi totalmente, a soli 25 anni, è altamente probabile.
C’ è un solo modo per salvare il ragazzo, non solo la sua carriera ma anche la sua psiche: riportarlo in quel di Bergamo, in una squadra che – al contrario del Milan – gode di ottima, straripante salute. Sicuramente lo sa Caldara e lo sa anche Gasperini, che lo ha visto crescere e si è preso perfettamente cura di lui.
Prestito di 18 mesi con un riscatto fissato a 15 milioni: queste le cifre che non prevedono contropartite per il Milan.
Unica soluzione per il difensore quella di tornare a casa, fisicamente e calcisticamente. Caldara ha un disperato bisogno di fiducia. Per affrontare un recupero che dovrà avvenire prima di tutto nella sua testa, dopo il travagliato, quasi traumatico periodo trascorso a Milano.
Mattia Caldara merita una seconda possibilità. La Dea e il Gasp sono i soli che in questo momento possono risollevare il difensore, affinché sulla sua carriera, due anni fa destinata a essere tanto luminosa, non possa considerarsi finita a 26 anni non ancora compiuti.
E all’Atlanta è palese che credano ancora in lui.
Forza ragazzo, a Bergamo non vedono l’ora di riabbracciarti: sotto la stessa curva che avevi salutato quasi due anni or sono.
Daniela Russo