Massimiliano Allegri è un allenatore allo sbando. Non si mette in discussione e vuole difendere a tutti costi il suo lavoro anche quando le circostanze e gli indizi lo inchiodano alla responsabilità dei fallimenti in campionato e in Champions.
Massimiliano Allegri è teso e le battute del “corto muso” non divertono più.
La tensione si legge sul volto solcato da rughe profonde e dagli occhi tristi.
Il tecnico della Juventus non sa più cosa dire per giustificare gli insuccessi della sua Juventus.
Le aspettative sul suo ritorno erano alte. Il Presidente Andrea Agnelli e il cugino John Elkann erano convinti di aver fatto la scelta giusta.
Lo stesso Agnelli puntualizzò che il ritorno non era dovuto al rapporto di profonda amicizia che lo lega al tecnico, ma alla convinzione provata della sua abilità nel recupero di una squadra vincente che in precedenza ha fatto la storia.
Il progetto Allegri 2.0 parte seriamente.
Il tecnico vuole carta bianca e chiede rinforzi adeguati. Per questo la Società ha iniziato con le cessioni per poi accontentare le richieste del tecnico: le volontà del livornese sono state esaudite sia nel mercato in uscita che in entrata.
Il risultato di questa operazione però non sta dando l’esito sperato.
In campo va una squadra di giocatori disorientati, fuori ruolo e in condizioni fisiche inadeguate.
Ci sono degli errori, lo staff atletico già deficitario da anni precedenti non è cambiato, e ha già prodotto 11 infortuni muscolari.
Allegri cerca di continuo giustificazioni che non reggono considerata la disponibilità del club.
Evita i chiarimenti tuffandosi in conversazioni arzigogolate che non portano da nessuna parte.
L’allenatore Juventino non mette assolutamente in dubbio il suo incarico e le voci che parlano di esonero lo divertono: beato lui che si diverte (i tifosi molto meno…)
Ben lontano da un precedente episodio con Marcello Lippi il quale, vivendo un momento analogo al collega, decise per le dimissioni senza se e senza ma.
“Se il problema sono io, tolgo il disturbo!”
Non sta accadendo con Max Allegri che pare regredito senza idee e in conflitto costante con i giocatori che scendono in campo impauriti e senza sapere cosa fare, con i giornalisti e con chiunque osi metterlo in discussione.
Quanto tempo pensa di andare avanti così Massimiliano Allegri?
Forse non lo sa nemmeno lui.
L’intervista rilasciata a Sconcerti rappresenta un uomo insicuro che si arrampica sugli specchi degli infortuni per non mettersi in discussione e, attraverso la conferenza stampa pre Monza-Juventus, ritratta quanto riportato dalla testata.
L’allenatore sostiene di non aver avuto mai la sua squadra al completo, il che è vero ma non può essere solo colpa del fato avverso.
Ad esempio, Pogba , voluto fortemente, nelle ultime stagioni al Manchester, aveva già mostrato poca integrità fisica (su tre stagioni, quasi metà le ha passate in infermeria).
E poi, i numerosi infortuni muscolari accompagnano la sua gestione, alla Juve come ai tempi del Milan, delineano che c’è qualcosa nel lavoro o nelle valutazioni de mister che non funziona correttamente.
E ancora, verrebbe da chiedersi, se “il calcio è una cosa semplice” come dichiarò lo stesso livornese, da dove nasce la necessità di avere a disposizione sempre e solo i giocatori più talentuosi?
Senza campioni blasonati non si vince? Eppure ricordiamo, ad esempio, una Juve, quella del 2012, che con una rosa non eccelsa ma con una buona preparazione fisica e mentale, vinse lo scudetto con 84 punti e senza conoscere sconfitta.
Un allenatore in confusione e una società che non sa cosa fare, imbrigliata da un contratto lungo e oneroso che lo lega al livornese
Nel frattempo la Juventus rischia di non superare il turno in Champions League.
Sarebbe una catastrofe che aggraverebbe la tutt’ora precaria e delicata situazione finanziaria che vede il club bianconero ancora in perdita di bilancio.
Tuttavia, Allegri resta ottimista e confida nel recuperi degli infortunati… chissà se basterà per salvare il salvabile.
Cinzia Fresia