“Io penso che MArco materazzi sia un bel giocatore, ha giocato un ottimo Mondiale, segnando anche una rete in finale. C’è chi lo ama e chi lo odia. Da parte mia posso dire che non mi siederò mai a mangiare al suo fianco”
-Patrick vieira-
Per raccontare Marco Materazzi non si può che partire da questa frase perché è così, Materazzi o lo ami o lo odi. Difensore centrale dal gioco ruvido, duro, e scomposto, spesso criticato per i suoi interventi irruenti. Abile nel gioco aereo, grazie al suo metro e novantacinque, ma anche capace nel battere i calci piazzati. Si può dire quel che si vuole su di lui, ma i piedi buoni per calciare li ha tanto da detenere il primato di gol per un difensore in un singolo campionato di Serie A.
Cresce nelle giovanili di Lazio e Messina per poi giocare con Marsala e Trapani.
L’affermazione arriva con il Perugia con cui esordisce nella massima serie.
Prova poi l’esperienza all’estero e sceglie l’Inghilterra, in particolare il Merseyside, sponda Everton. Ma il difensore non si ambienterà mai, troppo lontano da casa, e colleziona 27 presenze e 4 espulsioni.
Gli umbri lo riacquistano, Materazzi rimarrà a Perugia per due stagioni per poi volare, nel 2001, a Milano all’Inter.
Il matrimonio con i nerazzurri durerà ben 10 anni e Matrix, soprannome datogli proprio dai tifosi interisti, diventerà uno dei protagonisti principali della formazione milanese.
“L’Inter per me è come una seconda pelle”
Con i nerazzurri Materazzi si è reso protagonista di diverse controversie, come l’aggressione al senese Cirillo. Il difensore, dopo la partita, gli sferrò un pugno al volto rompendogli il labbro causa di una discussione già nata in campo. Ma gli aneddoti in maglia neroazzurra sono pressoché infiniti. Matrix solo con l’Inter è riuscito a vincere 5 campionati italiani consecutivi, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane, una Champions League e un Mondiale per club FIFA.
Lascia i nerazzurri al termine della stagione 2010-2011, ma non si ferma.
Nel 2014, a 41 anni, firma un contratto con gli indiani del Chennaiyin. In Asia svolge il doppio ruolo di calciatore e allenatore e dopo un terzo posto, l’anno successivo conquista il campionato.
Non si può dimenticare poi il suo contributo alla Nazionale italiana, in particolare nel Mondiale 2006. Realizza due reti, le uniche in maglia azzurra, e queste lo renderanno il miglior realizzatore azzurro della competizione, al pari dell’attaccante Luca Toni.
Materazzi sì, lo si ama o lo si odia, ma chi non l’ha amato in quella finale di Berlino del 2006?