Giampaolo è rossonero! Ma è davvero pronto per un simile passo di qualità?
Di certo ci si aspettava un po’ di più del nono posto quest’anno da lui e dalla sua Sampdoria.
Alla fine il livello è rimasto quello delle scorse due stagioni, che i blucerchiati avevano concluso decimi.
Decimo posto che raggiunse anche con l’Empoli quando fu chiamato a sostituire Maurizio Sarri. In quel caso il risultato finale superò di gran lunga le speranze e le aspettative collettive e l’ottimo lavoro di Giampaolo non passò inosservato.
Di lui si è sempre celebrata la grande umiltà e – dal punto di vista tecnico – un gioco efficace nella sua semplicità.
Nel curriculum di Giampaolo però nessuna esperienza ha lo stesso calibro del Milan.
Prima di Sampdoria ed Empoli le sue esperienze in Serie A si riducono al Cagliari, dove non ebbe di certo vita facile, al Siena, al Catania e al Cesena, altra avventura finita male.
La panchina Giampaolo l’ha sempre sentita bollente, soprattutto in club che lottavano per la salvezza e dove lui in qualche modo si è fatto le ossa.
Forse è proprio ciò che serve al Milan, un allenatore che arriva dal basso per riportare il gioco rossonero agli albori.
Nonostante la mancanza di esperienza nei big club possiamo comunque attribuire a Giampaolo il merito di aver messo in luce diversi talenti.
Sicuramente la stagione che Maxi López trascorse con lui al Catania fu la più proficua per l’attaccante argentino dal punto di vista realizzativo.
Anni prima invece, al Cagliari, Giampaolo aveva avuto l’opportunità di allenare Simone Pepe prima che approdasse alla corte della Juventus.
Tanti gioielli anche all’Empoli, precedentemente allenati da Sarri, in cui poi il Napoli decise di investire; tra tutti spicca sicuramente il nome di Piotr Zielinski ma anche di Paredes, che è diventato un astro nascente.
Bello anche il lavoro fatto con Saponara, un giocatore italiano di grande validità.
I talenti più celebri però Giampaolo li ha fatti sbocciare in questi tre anni alla Samp: basti pensare a Skriniar, ormai insostituibile perno della difesa nerazzurra. Oppure a Schick, corteggiato da mezza Italia dopo le grandissime stagioni con Giampaolo come mister.
Torreira invece è diventato oggetto dei desideri di un club del calibro dell’Arsenal e di certo l’allenatore con cui ha lavorato avrà i suoi meriti a riguardo.
Federica Vitali