“Uno dei gol più belli che ricordo è quello all’Inter, nel 2009”.
Queste parole – e tante altre – ha pronunciato un Claudio Marchisio visibilmente emozionato, seppur composto, durante la sua conferenza di addio al calcio giocato. Un addio nostalgico, di quelli che hanno una vena dolce-amara perché senti che stai perdendo un frammento di maglia bianconera, di quella che è rimasta sempre di due colori e sempre li conserverà.
L’Inter nel cammino di Marchisio con la Juventus è stata una delle sue vittime preferite, assieme all’Udinese e al Palermo. E il ritiro di Marchisio cade proprio a pochissimi giorni dal Derby d’Italia, da quella Inter-Juventus che per la prima volta vedrà Conte rivale della Vecchia Signora sulla panchina dei nerazzurri di Milano.
Conte e Marchisio sono stati insieme tre anni, forse gli anni in cui Claudio ha trovato la sua identità più definita e incisiva: come non ricordare la sua doppietta al Milan nel primo anno della gestione del tecnico pugliese, quell’uno-due micidiale con cui la Juventus mandava al Diavolo un segnale forte e chiaro.
Un segnale che qualche mese dopo diventa lo Scudetto.
Del resto sempre quell’anno, sempre con Conte, Claudio segna il primo gol in assoluto allo Juventus Stadium, in quella Juventus-Parma che apre un ciclo di vittorie senza precedenti.
Antonio Conte ritroverà a distanza di qualche anno l’Inter nel suo, di destino: non come rivale ma come guida, dopo aver invano atteso e sperato un ritorno in casa bianconera. Anche lui come Claudio costretto a una separazione con la Juventus: ma con motivi e soprattutto reazioni differenti.
Violenta e dolorosa quella del pugliese, silenziosa e sofferta quella del Principino.
Il dolore di Conte negli anni si trasforma in rancore e voglia di rivalsa a tutti i costi.
E quale occasione migliore che legarsi ai rivali, anzi, ai nemici di sempre: perché in fondo come dicono gli spagnoli : Odio es amor hambriento, un sentimento quasi esasperato che toglie ogni razionalità.
Oggi sono il primo tifoso dell’Inter, deve essere chiaro a tutti questo.
Claudio invece si allontana se possibile con ancora maggiore fedeltà alla sua Signora, calandosi nel gelo di San Pietroburgo e rifiutando qualsiasi possibilità di accostare il proprio nome alla squadra milanese.
Non sarei mai andato in un altro club italiano.
Due scelte, due modi diversi di determinare gli eventi che creano tra i due, un tempo uniti sotto gli stessi colori e la medesima passione, uno spartiacque definitivo: Marchisio si ritira con la Juve nel cuore e sarà amato per sempre. Conte al contrario lancia il guanto giallo della sfida attirandosi critiche e contestazioni pesanti. In parte – forse – giuste.
Alla vigilia di questa Inter-Juventus Claudio Marchisio e Antonio Conte hanno imboccato due strade opposte allo stesso bivio.
Nessuna delle due li riporterà a casa della Vecchia Signora, sia chiaro. Tuttavia le loro scelte, semplicemente, si possono riassumere così:
C'è chi da Principino esce di scena da Re e chi da Conte resta in scena da giullare.
Noblesse Oblige.#Marchisio— Michele Fusco (@mike_fusco) October 3, 2019
Le azioni hanno sempre una conseguenza.
Daniela Russo