Mario Mandzukic espulso per aver offeso l’arbitro; Paulo Dybala inveisce in spagnolo alla sostituzione. Ma non è un male…
Lo ha detto anche Massimiliano Allegri in conferenza stampa: “Devo ringraziare Mario Mandzukic”; l’attaccante solitamente noto per le straordinarie performances di generosità in campo, contro l’Udinese si è fatto espellere per aver mandato vistosamente l’arbitro a quel paese.
Il che è il minimo se si pensa a Mandzukic: era stato appena ammonito per aver reclamato un rigore sacrosanto con tanto di pestone, nonchè provocato a viso aperto da Adnan. E per fortuna che non parla italiano e non ha aggiunto parole irriguardose: ma il tutto sfocia nel cartellino rosso che lascia la Juventus in 10 e obbliga i compagni del croato a rimboccarsi le maniche e a ricordarsi che la Signora, quando serve, sa anche sporcarsi le mani.
Cosa che hanno sicuramente fatto i suoi compagni di reparto, Gonzalo Higuain e Paulo Dybala: quest’ultimo, reduce da due errori dal dischetto, non vedeva l’ora di riscattarsi dalle numerose critiche piovutegli addosso in queste settimane. Si è dato indubbiamente da fare creando assist per i compagni e trovando anche la rete (annullata per un fuorigioco microscopico): al momento della sostituzione le telecamere hanno mostrato un labiale in lingua madre, un insulto che si presume diretto al suo mister per non aver gradito il cambio. Il dubbio è lecito, data la compostezza con cui il “10” poi si accomoda in panchina.
Due episodi deprecabili? Sì, ma no! Perchè nel primo episodio Mario è, sì, ingenuo a commettere il gesto plateale, ma umanamente si comprende la situazione in cui ci immaginiamo Marione legittimamente indignato per l’ingiustizia subita: un po’ come Nedved quando reagì a un avversario che gli aveva tirato i capelli.
Il “caso” di Dybala poi è tutto fuorchè tale: la storia del calcio è piena di domeniche in cui i giocatori sostituiti protestano in maniera più o meno evidente col loro mister, se si dovesse contarli e disciplinarli tutti ci vorrebbe non uno sgabello ma una tribuna a parte: ultimo esempio proprio Sami Khedira, sempre rivolto ad Allegri, mercoledì in Champions.
Paradossalmente, è quasi un bene: se il “vaffa” di Mandzukic ha portato la squadra a fare la squadra e a sacrificarsi vuoi che il “vaffa” dell’argentino non porti lo stesso a tornare a essere la mente fantasiosa della squadra?!
Daniela Russo