Mandzukic alla Juve, i 10 buoni motivi di questo affare

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Nemmeno il tempo di salutare Tevez che Beppe Marotta ha immediatamente prenotato un volo per Madrid e ha chiuso per Mario Mandzukic. Per l’attaccante croato che arriva dall’Atletico l’accordo è stato trovato sulla base di 18 milioni di euro, compresi i bonus. Lunedi sono previste le visite mediche e successivamente la firma del contratto (quadriennale da 3,5 milioni l’anno circa).

 Sicuramente, ci sono più di dieci buoni motivi che hanno spinto Marotta e la Juve a puntare su questo bomber. 

1) Ariete puro: chiude la prima stagione da professionista (2006-07), col NK Zagabria, realizzando 3 reti in 9 presenze. Conclude la stagione successiva collezionando 38 presenze e realizzando 14, sempre a Zagabria ma nella Dinamo. La sua seconda stagione con la Dinamo termina con 46 presenze e  20 gol. La società di Zagabria decide di puntare su di lui per la terza stagione consecutiva nella quale Mandzu segna 17 reti. Il 2010-11, dopo tre stagioni alla Dinamo Zagabria, si trasferisce in Germania nelle file del Wolfsburg: la sua prima stagione in Germania si conclude con 38 presenze e 13 gol. L’anno dopo viene riconfermato al centro dell’attacco del Wolfsburg e ripaga la fiducia mettendo a segno 15 marcature. Il 27 giugno 2012 dopo una buona partecipazione a Euro 2012 (laureandosi capocannoniere del torneo) passa al Bayern Monaco. In due stagioni con la squadra bavarese vince il campionato, la sua prima Champions League (vittoria per 2-1 nella finale contro il Borussia Dortmund in cui segna il gol del momentaneo 1-0) e la Supercoppa contro il Chelsea. E poi ancora altri tre titoli, la Coppa del mondo per club, la Bundesliga e la Coppa di Germania. Nel 2014 passa all’Atletico e conclude la stagione con 43 presenze e 20 gol. Il croato segna prevalentemente dall’interno dell’area di rigore (sia essa piccola o grande). Su 81 gol infatti solo 1 gol proviene da fuori area. La predominanza di gol dall’interno dell’area di rigore, nonchè la sua capacità nel colpo di testa, fanno capire come il croato sia un attaccante d’area.

2) Fisico imponente: stazza da corazziere, 188 centimetri di altezza per 84 chilogrammi di peso, bravo a far salire la squadra ma la sua arma principale è il gioco aereo. È un grandissimo colpitore di testa: ben 38 gol (quasi 47%) delle sue reti.

3) Attaccante moderno: dotato di grande dinamismo, è in grado di fare reparto da solo ma lavora molto anche per la squadra, sia in fase di pressing che sulle palle inattive avversarie. Veloce nel breve e bravo a trovarsi gli spazi.

4) Esperienza internazionale: dopo l’inizio di carriera in Croazia il bomberone si impone nel campionato tedesco. L’esperienza con il Bayern gli è servita come crescita professionale. A Monaco vince tutto. Poi la Liga, dove con la maglia dei Cholchoneros inaugura la stagione risultando il “match winner” nella sfida contro il Real Madrid: rete che consentì all’Atletico Madrid di vincere la Supercoppa di Spagna. Protagonista anche nelle fila della sua nazionale: nel giugno del 2012 viene inserito dal CT Slaven Bilić tra i 23 convocati ad Euro 2012. Schierato titolare in attacco, nella prima giornata del girone eliminatorio risulta subito decisivo, realizzando una doppietta nel 3-1 ai danni dell’Irlanda. Nel secondo match mette a segno la rete del definitivo 1-1 contro l’Italia. I tre goal realizzati gli permettono di concludere il torneo da capocannoniere assieme a Torres, Balotelli, Mario Gomez, Dzagoev e Cristiano Ronaldo.

5) Guerriero in campo, leale fuori: ha salvato Carvajal da una lunga squalifica ammettendo di non aver subito un morso durante un bollente derby di Champions con il Real. Contro l’Olympiakos quest’anno, anche col naso rotto, è rimasto in campo e ha addirittura segnato.

6) È nel pieno della maturità calcistica: 29enne con un passato alle spalle fatto di gavetta, ha militato in tre diversi campionati diversi ma aspetta la consacrazione. I 4 anni di contratto fanno intendere che la Juve punta su di lui e che lui voglia diventare un punto fermo per l’attacco bianconero.

7) I croati nel campionato italiano si ambientano bene: Boban e Boksic sono solo alcuni esempi di quanto i croati non abbiano difficoltà a trovarsi a loro agio in Serie A.

8) Due volte Italia, 2 gol: con la maglia della Croazia ha sfidato due volte l’Italia ed è andato a segno. Evidentemente il Bel Paese lo ispira, sarà subito capocannoniere?

9) Va a segno nelle patite importanti: Marione non è uno che si fa intimorire dall’avversario ed è uno che nelle partite che contano dice la sua. La partita di Supercoppa tra Atletico e Real e il gol in finale di Champions con la maglia del Bayern ne sono una concreta testimonianza.

10) Ha vinto il triplete: nella stagione 2013 vince  la sua prima Bundesliga (il ventitreesimo titolo del club) con sei giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato, vince per la prima volta la Champions League e anche la sua prima Coppa di Germania ottenendo il treble con la compagine bavarese. Che sia di buon auspicio per i tifosi bianconeri?

Il bomberone croato fa ben sperare i tifosi bianconeri. Non resta che aspettare di vederlo in campo.

 

Caterina Autiero