Maissa, il suo viaggio della speranza si corona di giallorosso

Arrivato in Europa a bordo di un barcone adesso, Ndiaye Maissa Codou è un tesserato della Roma e giocherà nella Primavera di De Rossi

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I flussi migratori, da sempre, sono spinti dal sogno di una vita migliore.
Si lascia la propria terra, si lasciano gli affetti e si parte archiviando guerre e fame per nuova vita. Cambiano le mete e i mezzi usati per raggiungere una “nuova casa” ma per tutti, il comun denominatore, è la speranza.

Speranza che è sempre stata viva nel cuore di Ndiaye Maissa Codou, che lo ha spinto a lasciare il Senegal e a intraprendere il suo viaggio su un’imbaracazione di fortuna.

Maissa è giovane, ha 17 anni e ama il calcio, per questo, una volta giunto in Italia, a Napoli, grazie all’iniziativa dell’Afro Napoli United (una cooperativa sportiva nata per la promozione dell’integrazione sociale attraverso lo sport) è riuscito a coronare il suo sogno.

Nel ruolo di difensore ha militato per una stagione in Serie D e si è fatto notare subito per le sue doti fisiche e tecniche tanto che quest’estate è stato chiamato per un periodo di prova a Trigoria.

L’abbiamo visto giocare per strada, con degli amici e gli abbiamo chiesto di giocare nella nostra accademia…”,  dice il direttore sportivo del club campano, Pietro Varriale a Retesport. “…Noi poi l’abbiamo segnalato alla Roma, e due osservatori sono venuti a Napoli per vederlo giocare. I dirigenti sono stati spettacolari con Maissa, lui si è emozionato da morire quando è entrato a Trigoria: è stato il coronamento di un sogno. Lo volevano Napoli, Juventus e Benevento, ma lui ha scelto la Roma”.

Il giovane senegalese ha convinto il club giallorosso che, dopo aver risolto alcuni aspetti burocratici, lo ha tesserato e, ora è un componente della Primavera della Roma di Alberto De Rossi.

Maissa non è il primo giocatore professionista ad essere arrivato in Italia su un barcone.

Tra i tanti spicca Donsah che arriva dal Ghana, gioca al Bologna e che in serie A ha già disputato più di 100 partite.

Sembra una favola a lieto fine ma, la storia di questi coraggiosi ragazzi non è ancora finita.