L’unicum Bielorussia: lì dove il Covid non altera la quotidianità il campionato non si ferma

La Premier League bielorussa è l'unico campionato ancora attivo in Europa ma a dire no al contagio ci pensano i tifosi

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La Bielorussia è l’unico paese europeo nel quale l’emergenza sanitaria non ha minato la quotidianità.

In Bielorussia il Covid, stando alle parole del presidente Aleksandr Lukashenko, si distrugge bevendoci su:

“Bisogna ammazzare il virus con la vodka,
bere 40-50 millilitri al giorno –ma non al lavoro-
e fare due, tre volte alla settimana la sauna.”

Per lui, il coronavirus è “una psicosi” e dunque, il lockdown non è contemplabile.

Dall’inizio dell’epidemia, il presidente Lukashenko, in carica dal lontano 1994, si è opposto a misure di contenimento invitando i suoi concittadini a continuare a lavorare, ad andare nei campi, a guidare i trattori – di cui il suo Paese è grande produttore- .
Il calcio, neanche a dirlo, continua:

La Premier League bielorussa è l’unico campionato ancora attivo in Europa. 

Così, mentre il 29 marzo scorso scorso sono morte 33 mila persone in tutto il mondo a causa del Covid, nella capitale bielorussa è andato in scena il derby tra Dinamo Minsk e Futblol Klub Minsk.

Ma la situazione nell’intero globo è sempre più drammatica  e, nella stessa Bielorussia si registrano nuovi casi  e decessi (nonostante le cifre sembrano falsate).

In un clima così drammatico ad usare un po’ di senno ci pensano i tifosi delle Dinamo Brest che hanno deciso di ribellarsi alla decisione di giocare a porte aperte in occasione del match di Coppa contro il Shakhtyor e, ad assistere alla gara ci hanno pensato dei manichini di cartone.

Contagio evitato, sostegno assicurato.