In esclusiva sulle pagine di Gol di Tacco a Spillo, un grande protagonista degli anni ’90: Gigi Di Biagio
Dopo la vittoria dell’Inter a San Siro contro il Barcellona e in attesa della trasferta di Reggio Emilia, Luigi Di Biagio ha raccontato ai microfoni di Gol di Tacco a Spillo il suo punto di vista sul gruppo di Simone Inzaghi. L’allenatore ed ex calciatore ha anche espresso le sue sensazioni in vista di un altro Mondiale senza Nazionale Italiana.
La vittoria contro il Barcellona sembra aver riacceso le speranze. Per lei, può essere un segnale di ripartenza?
Sicuramente è un segnale di ripartenza, anche se l’Inter rimane in un periodo di convalescenza. Però ripartire dopo una vittoria così importante è d’obbligo, e quindi deve sfruttare questo entusiasmo che si sta ricreando per ripartire in campionato, recuperare le zone della classifica che gli competono e sperare comunque in Champions di poter andare avanti.
L’esonero di Inzaghi, nonostante la chiara fiducia di Beppe Marotta, non è ancora da escludere. Secondo lei, in caso di altri risultati negativi, una drastica scelta in panchina potrebbe essere la soluzione?
Quest’anno il Campionato è un po’ particolare, nel senso che di fatto ci sono due campionati: uno fino al 13 di novembre e poi l’altro che inizierà a gennaio. Quindi secondo me l’obiettivo dell’Inter, di Inzaghi e della società è quello di rimanere attaccati al treno delle prime in classifica in campionato e cercare di andare avanti in Europa. Dopodiché si vedrà a gennaio il da farsi, ma io non penso che oggi l’Inter abbia voglia, né ci siano le condizioni per poter esonerare Simone. Dovrebbe succedere qualcosa di eclatante rispetto a quello che già è successo nelle ultime partite, però dopo la vittoria contro il Barcellona bisogna pensare in maniera diversa, vediamo quello che succederà. Comunque, per me resta difficile l’esonero.
Le scelte di Inzaghi fanno spesso discutere. Da esperto del reparto difensivo, cosa nel pensa dell’alternanza De Vrij-Acerbi e Handanovič-Onana? Pensa sia il caso di effettuare una scelta definitiva?
L’alternanza, al di là che faccia discutere o meno, è giusto farla. Soprattutto con i difensori, ma un po’ in tutti i reparti, anche in virtù del numero di partite settimanali. Giocando ogni tre giorni i recuperi sono difficili e quindi, di conseguenza, bisogna assolutamente coinvolgere tutto il gruppo. I cambi fanno discutere quando non vinci, perché se li fai e vinci le partite sei bravissimo, se perdi si ritiene sbagliato il cambio.
Sul discorso portiere la cosa è un po’ diversa perché ci deve essere un titolare ed uno di riserva, già concordati e “battezzati”, anche se poi Handanovič comincia ad avere una certa età e perciò ogni tanto può riposare. Poi essendo il capitano, nonostante voglia giocare tutte le partite, è intelligente e a volte capisce che è il caso di dover dare spazio anche a Onana. Però la situazione del portiere è totalmente diversa da quella dei giocatori di movimento.
Darmian in conferenza stampa ha dichiarato che l’assenza di Lukaku non deve spaventare, perché l’attacco dell’Inter dispone di giocatori altrettanto forti. Lei è d’accordo o pensa che sia essenziale per fare la differenza?
È normale che Darmian dica questo perché non bisogna trovare attenuanti o giustificazioni per i momenti delicati e negativi. L’Inter ha giocatori di altissimo livello sia in avanti che in tutti gli altri reparti e le dichiarazioni di Darmian sono da persona responsabile. Detto questo, Lukaku comunque è un giocatore fondamentale per l’Inter però secondo me deve rientrare nel momento in cui è al 100% perché se non è al top della forma diventa “un giocatore normale”. Quindi bisogna utilizzarlo nel momento in cui sta bene e dandogli minutaggio il più possibile, ma con intelligenza.
Parliamo di Nazionale. Da vicecampione d’Europa, quali sono le sue sensazioni a poco più di un mese dall’inizio di un altro mondiale senza Italia?
Le sensazioni sono molteplici. Fortunatamente nelle ultime due gare l’Italia sembra aver ritrovato il gioco, l’entusiasmo e la compattezza. Roberto come al solito ha fatto delle scelte rischiose, importanti e coraggiose e la Nazionale è ripartita. Poi è normale che non essere andati al mondiale in questo modo per la seconda volta segna, di fatto, un periodo non molto brillante per il calcio italiano. La sensazione è che ci sia poco da scegliere e quei pochi che abbiamo giocano poco; quindi, bisogna alzarsi le maniche e ripartire. La situazione non è semplice e bisogna essere un po’ preoccupati dal punto di vista della Nazionale Italiana.
Romina Sorbelli