L’Udinese non cerca soltanto la salvezza per restare in serie A, ma cerca di salvare il suo futuro, la sua storia e il suo nome
Restare in serie A e ottenere la salvezza riempirebbero di ottimismo la piazza friulana che in questa stagione ha alternato momenti bui a momenti di luce fino ad arrivare a fine campionato con poche aspettative.
Con l’arrivo di Tudor, l’Udinese è tornata a fare punti con un pareggio contro il Benevento e con una vittoria in trasferta contro l’Hellas Verona ormai retrocessa. In mezzo c’è stata una sconfitta contro l’Inter che era preventivabile tenendo conto delle grandi differenze tra le due squadre. La serie negativa di risultati è stata talmente lunga che nonostante i punti guadagnati in queste ultime giornate, la salvezza non è ancora certa.
Comunque vada, l’Udinese ha bisogno di salvare il suo futuro e di ritrovare un’identità di squadra, c’è bisogno di trovare un leader e intorno a lui costituire un gruppo solido e affiatato come quello di Di Natale di qualche anno fa. L’Udinese in questa stagione ha visto il sorpasso del portiere argentino Bizzarri sul giovane e italiano Simone Scuffet. Altri giovani di qualità come Barak e Jankto hanno avuto un basso margine di crescita e il povero Lasagna è stato due mesi ai box per infortunio. Tutti fattori che hanno contribuito al crollo della squadra friulana dopo un dicembre in cui hanno dimostrato di essere capaci di fare un ottimo gioco.
Mancano 90 minuti alla verità e dal verdetto, positivo o negativo che sia, l’Udinese deve rialzarsi e riprendere in mano il suo destino e la sua storia.
Gisella Santoro
Immagine di copertina: quotidiano.net