Lorenzo Iervolino racconta Socrates nel suo libro “Un giorno triste così felice”

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Il calcio e la politica, due mondi all’apparenza distanti anche se la metafora calcistica pervade la quotidianità di tutti e l’ambito politico non ne è esente. In alcuni casi, il calcio si è profondamente legato a regimi dittatoriali: la Nazionale italiana di Vittorio Pozzo, fiore all’occhiello del regime fascista, che impiegava solo giocatori iscritti al partito. Oppure lo Zaire del 1974, i cui giocatori furono minacciati di morte da Mubutu in caso di ulteriore sconfitta. Ancora, la Selecion argentina del 1978, spinta in finale nei Mondiali casalinghi dalla mano nera di Videla.

C’è un solo caso nella storia, invece, in cui il calcio si legò in modo indelebile alla democrazia: siamo in Brasile, anni 80, il Corinthias di Sao Paulo. Venticinque giocatori che hanno portato avanti la gestione di un club attraverso un’assemblea democratica; sulle maglie con cui i giocatori battevano gli avversari sul campo, iniziarono a comparire due parole pesanti come macigni: Democratia Corinthiana. Solo nelle settimane precedenti alle prime elezioni libere dall’insediamento del regime, il 15 novembre 1982, sulle divise campeggiò un’altra scritta: “Dia 15 Vote” (“Vota il giorno 15”).

Tra i protagonisti di questa rivoluzione politica, sociale e sportiva, c’era Socrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, che ha ispirato Lorenzo Iervolino, redattore di Terranullius e componente della direzione artistica di Flep! (Festival delle Letterature Popolari), nella stesura del romanzo Un giorno triste così felice.

Come nasce l’idea di raccontare Socrates attraverso un romanzo?

Per il mio primo romanzo avevo in realtà in mente diversi soggetti sportivi. La scelta di Socrates fu casuale: stavo scrivendo una trasmissione radiofonica che raccontasse episodi storici di resistenza non proprio noti. Tra le storie selezionate, c’era anche quella della Democrazia Corinthiana; il primo e unico caso di autogestione del calcio di cui l’atleta fu protagonista. In quella specifica circostanza mi “innamorai” di lui; era una persona con idee precise sulla politica e il sociale. Poi, man mano che approfondivo l’argomento, la storia di Socrates mi coinvolgeva al punto che cominciai a interfacciarmi con le persone che gli furono vicine, conoscendo parenti e amici nei miei viaggi da Firenze al Brasile. In quel periodo avevo altri progetti in ballo, ma lasciai tutto per dedicarmi al romanzo attraverso il quale volevo far concoscere Socrates.

Sei un appassionato di calcio?

In realtà è il basket lo sport che preferisco, ma il calcio mi piace parecchio. Attualmente tifo per l’Atletico San Lorenzo, squadra dello storico quartiere di Roma, che pratica ancora un calcio popolare. Qui sta tornando la passione per il pallone dal vivo dove è ancora possibile parlare con i giocatori, uscire con loro e prendersi un caffè al bar.

Stai pensando a un altro romanzo a tinte sportive?

Sì, ci sono diverse idee in ballo sempre con l’obiettivo di far conoscere fragilità, paure e forze di personaggi storici dello sport. Questa volta però ho posto l’attenzione sull’atletica.

A proposito di Democrazia Corinthiana e dei suoi personaggi, Lorenzo Iervolino ci svela un particolare: Alcuni calciatori di quella rivoluzione, tra cui Walter Casagrande, nel 1983, furono protagonisti di un film dal titolo Onda nova, sul calcio femminile. In pratica 11 calciatori maschi si travestirono da donne per mettere su una squadra di calcio femminile. La pellicola venne censurata, ma resta un primo reale e concreto manifesto contro il sessismo, un grande atto di denuncia che rappresentava metaforicamente lo stato sociale e culturale del Brasile di quegli anni.

Francesca Di Giuseppe