Sarà una semifinale particolare per la Roma, quella con il Liverpool: un ritorno agli anni Ottanta, con una finale persa ai rigori e uno scontro che l’ anno dopo costerà caro all’ Heysel
Quando l’urna di Nyon ha decretato che dovesse essere il Liverpool l’antagonista della Roma in semifinale di Champions, i tifosi – quelli più ‘anziani’- hanno immediatamente pensato alla finale del 1984. Una finale incredibile, persa in un modo incredibile e non solo una sconfitta. Ma andiamo per gradi.
La Roma di Tancredi, Pruzzo e Graziani giunge il 30 maggio 1984 a disputare la gara conclusiva della Coppa dei Campioni in casa sua, davanti al suo pubblico: quale occasione più succulenta per i giallorossi, che pure arrivano per la prima volta in finale di questo prestigiosissimo trofeo? Dall’ altra parte l’aspetta il Liverpool, avversaria avvezza al palcoscenico europeo e decisamente più equipaggiata dei romanisti che tuttavia se la giocano, com’è giusto che sia.
(immagine da ilmessaggero.it)
Gli inglesi partono con prudenza ma dopo appena 15′ sono già in vantaggio, doccia fredda per la squadra italiana che comunque non si scoraggia. E’ Pruzzo che al 43′ insacca facendo esplodere l’Olimpico, ma sarà lo stesso terminale offensivo a dover uscire infortunato: il primo brutto colpo per la Roma.
(immagine tratta da wikipedia)
La ripresa non vede la porta. Le squadre iniziano a sentire la stanchezza e la Lupa, perso il suo punto di riferimento, è in visibile difficoltà. Il Liverpool non è che faccia molto di più, in verità. Arrivano i supplementari e il dispendio energetico porta i crampi: vittima Cerezo, potenziale rigorista in vista dei calci dagli undici metri. Proprio la mancanza di specialisti condanna la Roma che con ben tre errori dal dischetto, con Falcao a disattendere le aspettative di tutti e un Graziani che disperato vede il suo tiro oltre la traversa, consegna la Coppa Regina nelle mani degli Inglesi.
Fuori dallo stadio intanto accade di tutto, malgrado la Città Eterna si sia adoperata affinché questa partita non diventi una tragedia. Gli Inglesi, si sa, non godono di una gran nomea; indole facinorosa e passione per i coltelli: così si dice di loro. Tuttavia stasera anche i romani sono belli gasati e allora la guerriglia accade, inevitabile: sono proprio gli italiani a mandare al pronto soccorso il quarantasettenne George Skarp con una bella lama tra le costole, a dimostrazione che santi tra le tifoserie non ce ne sono. Ma non è finita qui, ci sono feriti, arresti, caccia ai supporters tra le strade di Roma: entrambe le squadre escono sconfitte da questo conflitto civile, e gli Inglesi – neanche a dirlo – giurano vendetta. Una vendetta che si consumerà drammaticamente l’anno successivo, quando la Juventus incontrerà ancora una volta il Liverpool in finale di Coppa dei Campioni e gli hooligans inglesi riverseranno tutta la loro violenza sul tragico epilogo dell’ Heysel.
Ecco perchè questa semifinale non sarà come come le altre: in fondo, malgrado le rivalità nazionali, potrebbe essere veramente difficile tifare per i Rossi di Liverpool. Alla Roma spetta per la seconda volta il compito, quanto mai arduo, di unire l’ Italia del calcio.
Daniela Russo
(immagine copertina da eunews.it)